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Giovanni Falzone Open Quartet: L'albero delle fate
BySfogliando il libretto del disco L'albero delle fate ci si imbatte in queste parole di Giovanni Falzone, corredate da suggestive fotografie in chiaroscuro ritraenti alberi, nubi, profili di colli e specchi d'acqua, in un connubio che è preludio di quello stato di grazia irradiato dalle nove cartoline sonore che compongono l'album.
Il ritorno su disco di Giovanni Falzone, che per l'occasione rispolvera la classicissima formazione del quartetto composto da tromba, piano, contrabbasso e batteria, scelta che si rivelerà particolarmente vincente in virtù dell'alto livello di espressività e di coesione sonora dimostrato dalle componenti, è segnato dalla volontà di esplorare la relazione tra jazz e natura, trasformando il percepibile soggettivo di uno spazio in un'esperienza di immersione collettiva nella bellezza. Si tratta di un fenomeno sempre più diffuso nel nostro Paese. Nato come genere prevalentemente urbano, sia in senso musicale che concettuale, a livello globale il jazz si è aperto a temi e ad atmosfere maggiormente legate alla sfera naturale a partire dagli anni '60, grazie in particolare alle influenze provenienti dall'America Latina e alle commistioni fra e jazz e bossa nova sperimentate da artisti quali Joao Gilberto, Antonio Carlos Jobim, Stan Getz, Charlie Byrd e molti altri. Anche in Italia negli ultimi anni ascoltiamo sempre più dischi dedicati alla Natura, mentre le nostre montagne, i laghi e le campagne cominciano a diventare teatri a cielo aperto in cui ambientare festival, concerti e incursioni jazz. Si pensi ad esempio alla più recente opera di Paolo Fresu e di Enrico Rava, o ad esperienze di festival quali il Gallura Time in Jazz e I Suoni delle Dolomiti.
Con L'albero delle fate Falzone riesce a inserirsi in questo processo ma ad andare anche oltre: la natura dipinta dai flussi sonori del suo quartetto, è al contempo benevola e implacabile, non solo un luogo di piacevolezza e di quiete per evadere dall'insostenibile quotidianità e ritrovare sé stessi, ma anche uno spazio di riflessione profonda in cui riscoprire i propri limiti e le contraddizioni umane.
Questa immersione è data musicalmente da un processo di metamorfosi degli strumenti musicali, che si fondono a, e diventano essi stessi, quegli elementi della natura che vogliono raccontare: così il pianoforte ostinato di Enrico Zanisi si fa scorrere d'acqua, a tratti battente o placida; la batteria di Alessandro Rossi, dal groove stratificato e spigoloso, è tutto ciò che è terreno, sassi, pietra, suolo, montagne; e poi c'è il contrabbasso di Jacopo Ferrazza, che si espande nell'aria con l'ardenza di un fuoco acceso per illuminare la notte. Una vera e propria orchestra naturale diretta dalla tromba di Falzone, vento condottiero che plasma, con imprevedibilità e consistenza, la spiccata componente ritmica e melodica delle cartoline sonore, e sa essere alternatamente Ponente dolce che accarezza il volto e Levante tempestoso che piega a sé alberi, fiori e fili d'erba.
Track Listing
Sentiero; Il Magico Sasso; Il Mondo di Wendy; Capelli d'argento; L'albero delle Fate; Madre Terra; Frida; La Fonte; Neve.
Personnel
Album information
Title: L'albero delle fate | Year Released: 2019 | Record Label: Edizioni Parco Della Musica
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Joy
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Instrument: Trumpet
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