Federica Michisanti Trioness: Isk
La giovane contrabbassista romana Federica Michisanti giunge al secondo lavoro da leader del suo Trioness, gruppo in equilibrio tra l'eredità di Jimmy Giuffre e la poetica degli Oregon.
L'influenza del grande clarinettista è evidente fin dalla tipologia della formazione -pianoforte e contrabbasso, con ance e senza batteria -ma è ancor più evocata dalle atmosfere, sempre soffuse e rilassate sebbene ricche di tensione latente; quella della storica formazione di jazz cameristico si riconosce invece per i ricorrenti interventi di Matt Renzi a oboe e corno inglese, per le quattro improvvisazioni che si alternano alle liriche composizioni e anche per alcune delle forme tematiche, come in "Isk" o nella conclusiva "Al Jabal."
Dal punto di vista interpretativo la Michisanti è per tutto il lavoro molto convincente, aprendo la prima traccia con un solo astratto, supportando ritmicamente tutti i brani e prendendosi numerosi altri spazi, nei quali mostra notevoli qualità nel suono, sempre caldo e profondo, e nel fraseggio cantabile. Singolare il modo in cui ricopre il proprio ruolo il pianista Simone Maggio, raramente lirico e ancor meno tradizionalmente jazzistico, che apre nei suoi assoli delle finestre sospese, un po' alla John Taylor. Ma la voce individuale che più caratterizza il lavoro è senz'altro quella del multistrumentista Matt Renzi, eccellente al tenore, ove mostra un suono pulitissimo, ma soprattutto estremamente espressivo alle doppie ance, ove il suono si fa particolarissimo e dona alle atmosfere un colore unico.
Grazie a questa originale tavolozza e al lavoro comunque assai sinergico dei musicisti -cosa che rispetta il nome della formazione, termine inventato che rinvia all'unificazione della triade -la musica scaturisce fresca e godibile al cambiare delle atmosfere: liriche le prime due tracce e i citati brani eponimo e conclusivo; astratte e complesse le improvvisazioni, tra le quali spiccano la più diretta "Impro 1" e l'articolata e tesa "Impro 2"; sognante e ipnoticamente cadenzata "Slow March"; più strettamente jazzistiche "Further" e "Noise Reduction."
Un lavoro immediato ma originale, interessante e godibilissimo, suonato magnificamente, di un notevole terzetto di musicisti, la cui leader merita da qui in avanti di essere seguita con molta attenzione.
L'influenza del grande clarinettista è evidente fin dalla tipologia della formazione -pianoforte e contrabbasso, con ance e senza batteria -ma è ancor più evocata dalle atmosfere, sempre soffuse e rilassate sebbene ricche di tensione latente; quella della storica formazione di jazz cameristico si riconosce invece per i ricorrenti interventi di Matt Renzi a oboe e corno inglese, per le quattro improvvisazioni che si alternano alle liriche composizioni e anche per alcune delle forme tematiche, come in "Isk" o nella conclusiva "Al Jabal."
Dal punto di vista interpretativo la Michisanti è per tutto il lavoro molto convincente, aprendo la prima traccia con un solo astratto, supportando ritmicamente tutti i brani e prendendosi numerosi altri spazi, nei quali mostra notevoli qualità nel suono, sempre caldo e profondo, e nel fraseggio cantabile. Singolare il modo in cui ricopre il proprio ruolo il pianista Simone Maggio, raramente lirico e ancor meno tradizionalmente jazzistico, che apre nei suoi assoli delle finestre sospese, un po' alla John Taylor. Ma la voce individuale che più caratterizza il lavoro è senz'altro quella del multistrumentista Matt Renzi, eccellente al tenore, ove mostra un suono pulitissimo, ma soprattutto estremamente espressivo alle doppie ance, ove il suono si fa particolarissimo e dona alle atmosfere un colore unico.
Grazie a questa originale tavolozza e al lavoro comunque assai sinergico dei musicisti -cosa che rispetta il nome della formazione, termine inventato che rinvia all'unificazione della triade -la musica scaturisce fresca e godibile al cambiare delle atmosfere: liriche le prime due tracce e i citati brani eponimo e conclusivo; astratte e complesse le improvvisazioni, tra le quali spiccano la più diretta "Impro 1" e l'articolata e tesa "Impro 2"; sognante e ipnoticamente cadenzata "Slow March"; più strettamente jazzistiche "Further" e "Noise Reduction."
Un lavoro immediato ma originale, interessante e godibilissimo, suonato magnificamente, di un notevole terzetto di musicisti, la cui leader merita da qui in avanti di essere seguita con molta attenzione.
Track Listing
Hush; Before I Go; Impro 1; Slow March; Further; Impro 5; Reset; Impro 2; Isk; Impro 3; Noise Reduction; Al Jabal.
Personnel
Federica Michisanti: bass; Matt Renzi: tenor saxophone, clarinet, English Horn, oboe; Simone Maggio: piano.
Album information
Title: Isk | Year Released: 2016 | Record Label: Filibusta Records