Joris Roelofs: Introducing Joris Roelofs

Anche il repertorio è adatto alla bisogna - classicissimi standard, scelti però con cura per le loro marcate differenze, accanto ai quali figurano anche due composizioni dello stesso Roelofs - così che il lavoro permette realmente di farsi un'idea delle eccellenti doti del giovane musicista.

Nella traccia iniziale, così come in quella conclusiva, è possibile infatti respirare atmosfere classiche, all'interno delle quali Roelofs imbraccia il contralto con molto rispetto delle radici del jazz e senza impiego di forme espressive oggi tipiche dello strumento; in "Four Winds," di Holland, si spinge invece su territori ornettiani; nelle sue "Beter!" e "3/4 Space" mette invece in scena un jazz contemporaneo, fatto di ritmi veloci, le atmosfere policuturali e i fraseggi agili e tesi; in "Dooie Hoek" e "Francisca" si esibisce al clarinetto, nel primo caso su complessi stilemi cameristici, nel secondo su ritmi e suggestioni latini.

In tutte queste situazioni Roelofs appare perfettamente a proprio agio, mostrando padronanza degli strumenti, equilibrio, espressività. Ottimo il rapporto con i compagni, tutti di altissimo livello, ma sui quali eccelle forse la batteria di Ari Hoenig, spesso quasi un pianoforte aggiunto. Si ascoltino comunque il duetto tra il contralto del leader e l'eccellente contrabbasso di Matt Penman in "Skylark" e il lavoro congiunto di tutto il quartetto nella sofisticatamente riarrangiata (da Hoenig) "Sweet & Lovely".

Disco di ascolto gustosissimo, questo Introducing Joris Roelofs ci presenta degnamente un musicista del quale sentiremo probabilmente parlare molto nei prossimi anni.

Comments