Francesco Chebat: Imprinting

Il giovane pianista milanese guida un trio con musicisti esperti, Attilio Zanchi ad esempio, contrabbassista dello storico Open Form Trio, e Marco Castiglioni alla batteria. Imprinting contiene brani originali di Chebat, fautore di un pianismo elegante, corretto, che ben si ascolta in sottofondo. Non che si vada sulla strada dello smooth jazz, per intenderci, ma manca la forza per cercare strade nuove e irregolarità che sfuggono ai dettami delle scuole di jazz.

Qualche brano convince, ad esempio "Una notte di pioggia," e tuttavia alla fine di quest'esordio manca il colpo di coda, il guizzo che rende questo trio differente dagli altri colleghi in circolazione, o il virtuosismo sfoggiato con sfacciataggine, lo swing di marca americana ostentato per affermare la propria identità, almeno in Europa.

E così i tre procedono quasi politically correct, eleganti, sentimentali nelle ballads, senza tempi troppo veloci che mandino in crisi il senso ritmico degli ascoltatori.

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