Bill Frisell: Guitar in the Space Age!

Con Guitar in the Space Age! prosegue il viaggio alla riscoperta della musica americana del secolo scorso da parte dell'infaticabile Bill Frisell. Questa volta tocca agli eroi della chitarra elettrica che dettavano legge nei decenni tra il secondo dopo guerra e i favolosi anni sessanta, nell'epoca dei primi viaggi nello spazio e della contestazione studentesca, del boom economico e della guerra nel Vietnam, delle rivendicazioni razziali e... della nascita della Fender Telecaster.

Ma lungi dal caricarsi di valenze sociopolitiche e militanti, quella intrapresa da Frisell è un'operazione che viaggia sui binari della nostalgia. L'impressione è che il chitarrista di Baltimora si limiti a spolverare i gioielli di famiglia per riportarli agli antichi splendori ed esibirli orgogliosamente ad amici e parenti. A qualcuno viene modificata leggermente la disposizione, a qualcun altro viene ritoccato qualche pezzo usurato dal tempo ma sostanzialmente tutto rimane immutato e pronto ad essere riposto nuovamente nel cassetto.

Certo la solita leggerezza e sensibilità nell'affrontare le composizioni altrui rimane immutata, gli intrecci con la steel guitar di Greg Leisz sono a tratti intriganti, la batteria di Kenny Wollesen e il basso di Tony Scherr sono una garanzia ma il tutto tende a suonare (involontariamente, ne siamo sicuri) come un esercizio di stile nel quale le vere emozioni sono centellinate, e i ricordi di un epoca faticano a prendere forma e consistenza. Diversi brani scivolano via troppo velocemente, e non bastano la frizzante "Turn, Turn, Turn," l'epica "Tired of Waiting for You" del grande Ray Davies, o la sognante "Surfer Girl" a collocare questo lavoro tra le cose più riuscite di Frisell.

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