Gianmaria Aprile e Massimo Garritano: visioni sonore solitarie
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Recentemente sono stati pubblicati due lavori di chitarristi italiani accomunati da una gestazione molto simile, anche se molto diversi nei risultati musicali. Entrambi sono stati concepiti e realizzati durante un isolamento volontario degli artisti nei loro paesi di origine ai lati opposti della penisola (Lombardia per Gianmaria Aprile, Calabria per Massimo Garritano), in mezzo alla natura, affidando ai suoni generati dai loro strumenti la descrizione di immagini, ricordi, impressioni che vanno a costituire una sorta di diario sonoro intimo e personale. Vediamoli in dettaglio.
Gianmaria Aprile
Rain, Ghosts, One Dog and Empty Woodland
We Insist! Records
2020
Il disco d'esordio da solista di Gianmaria Aprile, già chitarrista in alcuni gruppi di rock sperimentale nonché tecnico del suono, produttore e incisore (riproduzioni di sue xilografie adornano la copertina dell'album), si presenta come una raccolta di immagini sonore legate ai suoi ricordi e alle sue impressioni di luoghi e momenti della sua vita, presentate in una suite in otto parti (senza titoli) per una durata di poco più di mezz'ora. Gli strumenti che ha utilizzato sono la chitarra e il guqin (una sorta di cetra cinese), ma solo per la produzione del suono elaborato successivamente attraverso una serie di effetti elettronici; in un paio di occasioni interviene anche il violoncello di Luca Tilli.
L'album ci conduce attraverso un paesaggio sonoro scarno e desolato, introdotto da suoni elettronici prolungati e molto vicini al rumore puro che procedono con lente modulazioni, qua e là punteggiati dalle note sparse della chitarra. Sembrerebbe quasi la rappresentazione di un mondo postapocalittico successivamente alla pandemia, anche se l'opera è stata realizzata tra il 2017 e il 2018 e pubblicata solo alla fine del 2020. Non si tratta di un ascolto facile e va affrontato con spirito aperto e avventuroso; Aprile non fa concessioni e va dritto per la sua strada, senza preoccuparsi di blandire o rassicurare gli ascoltatori nel corso del viaggio. Il disco possiede una sua forza evocativa non comune, e piacerà soprattutto a chi apprezza questo genere di esperimenti, mentre potrà risultare ostico a chi cerca un approccio più tradizionale alla musica e agli strumenti.
Massimo Garritano
Freefolk
Manitu Record
2021
Il titolo del nuovo lavoro di Massimo Garritano (il secondo dopo l'esordio del 2016) è insieme il manifesto e la migliore descrizione della sua musica, che parte dalla tradizione per poi discostarsene attraverso un approccio molto libero, proseguendo in tal senso il lavoro iniziato oltre mezzo secolo fa da quello che è stato il precursore di questo tipo di atteggiamento nei confronti del folk e della chitarra, ovvero John Fahey (non a caso qui omaggiato con un brano a lui dedicato). Nei sedici brani che compongono l'album (tredici nella versione in vinile) c'è tutto il mondo di Garritano, diviso tra composizioni e improvvisazioni.
Dal fingerpicking del citato "John Fahey" al blues di "Bottle Cup Blues," dai brevi frammenti improvvisati dei quattro "Haiku" sparsi lungo tutto il disco alle improvvisazioni più lunghe "PersuAsian" e "Marvellous" basate sui raga indiani, l'ascolto riserva continui cambiamenti di stili e atmosfere musicali che mantengono costantemente vivo l'interesse. Chitarre elettriche e acustiche (oltre al bouzouki, che possiamo ascoltare da solo in "Joe Zangara") si mescolano nell'incontro tra modernità e tradizione ben esemplificato in brani come "Life in a Box" e "Xenos" caratterizzati anche dall'uso di effetti digitali, mentre composizioni più evocative come "Night Moon" e "Una Danza Nuova" sono rappresentative del suo lato tradizionalista. Nel complesso un lavoro riuscito, e un'ottima presentazione per il suo autore.
Rain, ghosts, one dog and empty woodland
Brani: Parts I -VIII
Musicisti: Gianmaria Aprile, guitar, guqin, effects; Luca Tilli: cello
Freefolk
Brani: Haiku #7; Magara; Pitagora; Bottle Cup Blues; Haiku #11; Attese Disattese; Una Danza Nuova; Marvellous; Haiku #9; John Fahey; Joe Zangara; Life in a Box; Night Moon; PersuAsian; Haiku #10; Xenos
Musicisti: Massimo Garritano: acoustic, classical, fretless, prepared and lap steel guitar, bouzouki, live electronics.

Rain, Ghosts, One Dog and Empty Woodland
We Insist! Records
2020
Il disco d'esordio da solista di Gianmaria Aprile, già chitarrista in alcuni gruppi di rock sperimentale nonché tecnico del suono, produttore e incisore (riproduzioni di sue xilografie adornano la copertina dell'album), si presenta come una raccolta di immagini sonore legate ai suoi ricordi e alle sue impressioni di luoghi e momenti della sua vita, presentate in una suite in otto parti (senza titoli) per una durata di poco più di mezz'ora. Gli strumenti che ha utilizzato sono la chitarra e il guqin (una sorta di cetra cinese), ma solo per la produzione del suono elaborato successivamente attraverso una serie di effetti elettronici; in un paio di occasioni interviene anche il violoncello di Luca Tilli.
L'album ci conduce attraverso un paesaggio sonoro scarno e desolato, introdotto da suoni elettronici prolungati e molto vicini al rumore puro che procedono con lente modulazioni, qua e là punteggiati dalle note sparse della chitarra. Sembrerebbe quasi la rappresentazione di un mondo postapocalittico successivamente alla pandemia, anche se l'opera è stata realizzata tra il 2017 e il 2018 e pubblicata solo alla fine del 2020. Non si tratta di un ascolto facile e va affrontato con spirito aperto e avventuroso; Aprile non fa concessioni e va dritto per la sua strada, senza preoccuparsi di blandire o rassicurare gli ascoltatori nel corso del viaggio. Il disco possiede una sua forza evocativa non comune, e piacerà soprattutto a chi apprezza questo genere di esperimenti, mentre potrà risultare ostico a chi cerca un approccio più tradizionale alla musica e agli strumenti.

Freefolk
Manitu Record
2021
Il titolo del nuovo lavoro di Massimo Garritano (il secondo dopo l'esordio del 2016) è insieme il manifesto e la migliore descrizione della sua musica, che parte dalla tradizione per poi discostarsene attraverso un approccio molto libero, proseguendo in tal senso il lavoro iniziato oltre mezzo secolo fa da quello che è stato il precursore di questo tipo di atteggiamento nei confronti del folk e della chitarra, ovvero John Fahey (non a caso qui omaggiato con un brano a lui dedicato). Nei sedici brani che compongono l'album (tredici nella versione in vinile) c'è tutto il mondo di Garritano, diviso tra composizioni e improvvisazioni.
Dal fingerpicking del citato "John Fahey" al blues di "Bottle Cup Blues," dai brevi frammenti improvvisati dei quattro "Haiku" sparsi lungo tutto il disco alle improvvisazioni più lunghe "PersuAsian" e "Marvellous" basate sui raga indiani, l'ascolto riserva continui cambiamenti di stili e atmosfere musicali che mantengono costantemente vivo l'interesse. Chitarre elettriche e acustiche (oltre al bouzouki, che possiamo ascoltare da solo in "Joe Zangara") si mescolano nell'incontro tra modernità e tradizione ben esemplificato in brani come "Life in a Box" e "Xenos" caratterizzati anche dall'uso di effetti digitali, mentre composizioni più evocative come "Night Moon" e "Una Danza Nuova" sono rappresentative del suo lato tradizionalista. Nel complesso un lavoro riuscito, e un'ottima presentazione per il suo autore.
Elenco dei brani e musicisti
Rain, ghosts, one dog and empty woodland
Brani: Parts I -VIII
Musicisti: Gianmaria Aprile, guitar, guqin, effects; Luca Tilli: cello
Freefolk
Brani: Haiku #7; Magara; Pitagora; Bottle Cup Blues; Haiku #11; Attese Disattese; Una Danza Nuova; Marvellous; Haiku #9; John Fahey; Joe Zangara; Life in a Box; Night Moon; PersuAsian; Haiku #10; Xenos
Musicisti: Massimo Garritano: acoustic, classical, fretless, prepared and lap steel guitar, bouzouki, live electronics.
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Instrument: Guitar
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