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Giorgio Pacorig, Michele Rabbia, Giovanni Maier: Floating Lines

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Giorgio Pacorig, Michele Rabbia, Giovanni Maier: Floating Lines
Ascoltando un disco di questo livello viene spontaneo chiedersi perché una formazione del genere non abbia un posto di primo piano sui palcoscenici, italiani ed internazionali. I musicisti sono tutti e tre ben noti e apprezzatissimi ai rispettivi strumenti: Giorgio Pacorig, tra i nostri migliori interpreti italiani del Fender Rhodes ma anche splendido pianista; Giovanni Maier, anch'egli ai vertici del contrabbasso in Italia; Michele Rabbia, percussionista di stupefacenti sensibilità e creatività, capace di operare in contesti diversissimi. E anche le loro collaborazioni sono frequenti, in diversi contesti. Eppure, quanti sarebbero pronti a riconoscere questa formazione per quello che è, cioé uno dei migliori piano-trio in circolazione?

La ragione sta forse nel carattere schivo dei tre musicisti, nel fatto che due di loro siano originari e risiedano in Friuli Venezia Giulia, regione "periferica" e poco soggetta all'attenzione di media e organizzatori, e infine nel carattere poco ammiccante e disposto a compromessi della musica che assieme mettono in scena.

Non musica "difficile," si badi, perché Floating Lines non è un disco di improvvisazione radicale —che pure i tre frequentano e che a suo modo ne alimenta anche qui la poetica —né un album cervellotico o criptico. Musica, però, che cresce su se stessa, che sorprende, che non fa più di tanto uso di temi, fatta di suoni che si rispondono e che vanno ascoltati tutti, uno a uno. Ne è esempio la suite in due parti che apre il lavoro, "Disk Dosk," ben nota composizione che Maier ha più volte proposto in contesti diversi: ricca e complessa, apre spazi per l'espressività di ciascuno dei tre, si sviluppa con nitidezza, ma attraversa una impressionante varietà timbrica e tematica che richiede all'ascoltatore di rimanere sempre attivo.

Lo stesso vale per i tre brani seguenti, stavolta di Pacorig, che si susseguono quasi senza soluzione di continuità: qui i ritmi sono semplici e le tastiere elettroniche vi si inseriscono in modo persino accattivante, ma non vi troviamo una sola ripetizione, mentre il beat del contrabbasso muta impercettibilmente e quello della batteria si arricchisce di improvvisi, sorprendenti suoni inattesi.

Sospesa e ancor più composta da suoni che si addensano "Schizophrenia," di Rabbia, la quale si conclude con lo squarciante inizio di "Sequence" che poi ci porta in tutt'altra atmosfera, quasi rock, per poi sfumare nello straziante solo di contrabbasso archettato che è la "Ode to Wilbur Ware." Ancora un cambio di scena, con le nitide e classicheggianti note di pianoforte in "Shifting Grace," di Rabbia, primo brano dell'album attraversato da un chiaro (e bellissimo) lirismo di ispirazione nordeuropea, ripreso in parte nel successivo "L'Attesa," stavolta di Pacorig.

In conclusione ritorno alla complessità e alla centralità dei suoni, con "Ode to Erroll Garner," di Maier, che riassume un po' l'intera poetica del disco alternando una ritmicità martellante a passaggi ora quieti, ora meditativi e a momenti, stavolta, di pura improvvisazione.

Un disco, dunque, tanto vario, quanto splendido, dal suono incredibile e dal fascino impagabile. Uno dei migliori ascolti di quest'anno, assolutamente da non perdere.

CD della settimana.

Track Listing

Disk Dosk, Part 1; Disk Dosk, Part 2; My Land; Labor; Afram; Auf Und Geht; Schizophrenia; Sequence/Ode to Wilbur Ware; Shifting Grace; L’Attesa; Ode to Erroll Garner.

Personnel

Giorgio Pacorig: piano, keyboards; Giovanni Maier: bass; Michele Rabbia: percussions.

Album information

Title: Floating Lines | Year Released: 2017 | Record Label: CAM Jazz

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