Eugenio Mirti, Leonardo Schiavone: The Taiwan Travel
By
Eugenio Mirti Leonardo Schiavone
316 pagine
Jazzespresso
2018
The Taiwan Travel è un libro fotografico che racchiude più di 280 istantanee a colori di Leonardo Schiavone, scattate durante un viaggio nell'omonima isola orientale, e brevi testi di Eugenio Mirti, chitarrista, scrittore e collaboratore di Jazzit.
Può sembrare improprio parlarne in una testata di jazz ma tre degli undici capitoli in cui è diviso il volume sono dedicati ai locali, ai jazzmen ed agli operatori musicali che lavorano a Taiwan. Ci siamo occupati di quella lontana realtà jazzistica due anni fa, documentando il progetto Mission Formosa del contrabbassista Giuseppe Bassi (Mission Formosa: un ponte tra Italia e Taiwan). Oggi il volume di Mirti e Schiavone è un nuovo strumento per conoscere i protagonisti del jazz taiwanese e un contributo che offre un reportage fotografico sugli aspetti sociali e geografici del luogo.
La figura jazzistica più nota che si lega oggi a Taiwan è la cantante Jen Shyu (che è però nata negli Stati Uniti) ma l'universo musicale autoctono è in rapido sviluppo. La giovane età di quasi tutti i musicisti ritratti evidenzia che la loro è la prima generazione di musicisti professionisti in campo jazzistico. La presenza delle basi militari statunitensi aveva comunque posto i presupposti per la nascita di locali jazzistici e la successiva fioritura di pubblico e musicisti locali. Dal 2003 opera il Taichung Jazz Festival e dal 2007 il Taipei Jazz Festival: entrambe realtà molto seguite e con vari ospiti internazionali.
Sfogliando le pagine "jazzistiche" del volume incontriamo anche volti occidentali che svolgono un ruolo significativo nella formazione musicale dell'isola. Ad esempio il chitarrista paraguaiano Roberto Zayaz che vive a Taiwan da quasi 35 anni ed è profondamente coinvolto in quella scena musicale. Ed ancora il versatile batterista belga Stijn Cools, i francesi Danny Deysher e Cyrille Briegel o il pianista e bandleader argentino Martin "Musa" Musaubach.
Passando ai ritratti dei giovani jazzmen taiwanesi la prima cosa che cattura l'attenzione è la ricca presenza femminile, non solo in ambito canoro. L'ottima preparazione classica ha contribuito alla formazione di pianiste di valore. Tra le più ricercate abbiamo Yuying Hsu che suona da tempo a New York ed ha pubblicato di recente un bell'album con Alex Sipiagin, Donny McCaslin (Happened, Happening). Ed ancora Theresa Chen, che ha studiato negli Stati Uniti con Harold Danko e di cui ricordiamo The Song of Taibalang. Di entrambe Schiavone ci offre un bei ritratti a doppia pagina. Ci sono poi Vivienne Liao, Hsaio Han Wang e, sul versante della libera improvvisazione, Lee Shih-Yang.
Tra le cantanti spiccano i ritratti di Angu Hu e Paige Su e tra gli strumentisti il bassista Vincent Hsu (un recente album molto applaudito, Lullaby for the Youth), il trombettista e arrangiatore Stacy Wei, il pianista Yuwen Peng, il chitarrista Shih Chun Lee. Tutti questi musicisti si sono formati ed operano anche negli Stati Uniti.
Se accantoniamo lo sguardo del cultore di jazz e seguiamo il reportage fotografico troviamo altri momenti d'interesse. Se alcune foto hanno essenzialmente una funzione esplicativa della bellezza dei luoghi, altre offrono elementi d'indagine sociale o di prevalente ricerca estetica. A nostro avviso le istantanee cromaticamente più suggestive sono quelle notturne ed alcune sono anche un ricco documento sociale: "Night bus" di pag. 108/109 , "Big vock pineapple cake" di pag 118/119 o "Dough spread out and frying" di pag.72/73.
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