Samo Salamon Trio: Eleven Stories

Salamon - che ha al suo attivo progetti con artisti di primissimo piano, come Tim Berne, David Binney, Josh Roseman, Mark Turner, Mark Helias - è infatti autore di tutte le composizioni, che presentano però atmosfere aperte e strutture atipiche. Troviamo così spazi per lunghi assoli lirici ("White Herons on Green Meadows" e "Dark Road", per la chitarra di Salamon) e per espressività virtuosistiche ("Cold Feet," per la tuba di Godard, "Sour," per le percussioni di Dani), ma soprattutto troviamo narrazioni, sovente pensose, talvolta concitate, ma sempre basate su un accurato lavoro sui suoni.

Proprio per questa ragione, si notano nell'album significative diversità tra i brani nei quali Godard è alla tuba - più tormentati e dinamici - da quelli ove è invece al basso elettrico - più lenti e intimistici - pur senza che questo mini l'unitarietà stilistica.

L'interazione tra i protagonisti è essenziale, conservando ampi spazi di improvvisazione e di creazione individuale. Il leader conferma una personalità strumentistica originale, composta da stili e soprattutto suoni assai disparati, ma proprio per questo non riconducibili a precisi riferimenti. Godard è ben noto per il suo particolare modo di interpretare la tuba, che qui è perfettamente integrata nel discorso di gruppo, e sorprende nel suo lavoro al basso elettrico, estremamente nitido. Dani è essenziale specie nelle tracce senza la tuba (le più apprezzate da chi scrive), come nella già citata e splendida "Sour," ma è ben presente anche altrove, ad esempio in "Kei's Melody".

CD creativo e complesso, ma assolutamente godibile già al primo ascolto.

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