Carlo Actis Dato & Musique Vivante: Dolce vita?

La poetica del divertissement che caratterizza ogni uscita musicale di Actis Dato (unita a perizia strumentale e a improvvisazioni legate all’estetica Free) si ritrova bella e buona anche qui. Tanto che alla lunga l’ascolto si rivela prevedibile e privo di mordente. Brutto segno. Significa che la musica ha perso in freschezza e originalità. “Cosa differenzia questo disco da tanti altri della prolifica produzione del musicista torinese?” è la domanda che ci si pone da subito. “Nessuna” è la risposta.

Forse Actis Dato dovrebbe tirare un po’ il fiato e fermarsi a riflettere, per evitare di sfornare un disco dietro l’altro a mò di ciclostile. Ma se sul piano musicale molto è stato già detto, è su quello strumentale che questo disco si nobilita. Musique Vivante può essere vista infatti come un’ottima vetrina per musicisti da tenere d’occhio, come il bassista Matteo Ravizza che con le sue continue bordate caratterizza tutto il lavoro, o Giampiero Malfatto, trombonista dal suono “grasso”, viscerale, ricco di pathos.

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