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Antonio Forcione: Discografia di Antonio Forcione

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Antonio Forcione: Discografia di Antonio Forcione
Il detto "nemo propheta in patria" sembra adattarsi particolarmente bene ai chitarristi acustici italiani, frequentemente costretti a emigrare olte frontiera per poter trovare uno sbocco discografico e concertistico professionale su circuiti internazionali che offrono possibilità ben maggiori rispetto alla scena musicale italiana, da sempre poco ricettiva nei confronti di un genere considerato un po' troppo frettolosamente di nicchia. E' capitato anche al molisano Antonio Forcione (clicca qui per una recente intervista), sbarcato a Londra in cerca di fortuna nel 1983, e ivi stabilitosi dopo aver trovato quelle opportunità che aveva invano cercato in Italia. Oggi Antonio è un chitarrista internazionalmente affermato, con oltre una quindicina di album all'attivo, e una serie di concerti in tutto il mondo (sfortunatamente poco frequenti in Italia) che registrano regolarmente il tutto esaurito. Merito certamente di un pubblico molto attento ed esigente, sensibile al talento musicale (e non solo al virtuosismo strumentale) e in grado di sostenere fedelmente quegli artisti dimostratisi validi; ma il successo di Antonio va ricercato anche nella sua indiscutibile abilità, sostenuta da un calore e una espressività tipicamente mediterranee, particolarmente coinvolgenti soprattutto durante le esibizioni dal vivo, come può testimoniare chiunque abbia assistito a uno dei suoi concerti.

Appena arrivato a Londra, Forcione entra nel giro dei buskers, i musicisti di strada, dove conosce il chitarrista spagnolo Eduardo Niebla con il quale vince un concorso organizzato dalla BBC, e incide i primi dischi, all'insegna di un flamenco-jazz che trova la sua ispirazione principale nella musica di Paco de Lucia, Al di Meola e John McLaughlin. Il primo lavoro, Light and Shade, pubblicato nel 1984 in vinile dalla Sol Records, rispecchia queste influenze nella scelta dei brani in repertorio, che includono appunto McLaughlin ("Lotus Feet") e de Lucia ("Chanela"), oltre a Chick Corea ("Spain," "Armando's Rhumba") e ai brasiliani Luiz Bonfa ("Black Orpheus") e Abreu Oliveira ("Tico Tico"). Completano il programma due brani originali firmati da Forcione ("Light and Shade") e Niebla ("In Memory of You"). Ma già dal disco successivo, Eurotour, un live del 1985, sono presenti solo composizioni dei due chitarristi, tra cui due brani che Forcione riprenderà anche in lavori successivi ("Dedicato" e "Sun Step").

La collaborazione con Niebla prosegue con altri due album, Celebration inciso per la Virgin nel 1987, e Poema, pubblicato da Jazzpoint nel 1992. Questi lavori, oggi di non facile reperibilità, mostrano un musicista in continua crescita, dotato di enorme comunicativa, gran senso del ritmo e gusto per la melodia, capace di metabolizzare le influenze artistiche più evidenti (su tutte, McLaughlin e de Lucia) in un'espressione musicale personale e autonoma, sostenuto da una ottima tecnica strumentale mai fine a se stessa e capace di trasmettere a chi ascolta tutto il calore e la passione messi nel fare musica.

Fino dagli inizi, Forcione alterna la chitarra acustica con corde di metallo a quella classica con corde di nylon, in base al sound richiesto dal brano in cui viene impiegato lo strumento. Anche la tecnica utilizzata è mista, e riflette tutte le sue varie influenze, dal fingerstyle al flamenco passando anche per l'uso del plettro.

Terminato il sodalizio con Niebla, Forcione forma un duo con un altro chitarrista, l'inglese Neil Stacey, con il quale pubblica Live at Edinburgh Festival per l'etichetta Inspiration nel 1993. Il repertorio è in prevalenza quello del duo con Niebla, di cui vengono ripresi i brani "Snow," "Superlatino," "Sun Step," "Folk Song" e "Light and Shade," anche se l'atmosfera si sposta più verso il jazz, con qualche puntata nella world music; il lungo brano "Folk Song" è un po' la summa di tutte le influenze musicali del chitarrista, e lascia intravedere la direzione in cui si muoverà negli anni successivi, già a partire dal disco successivo, il primo di cui si assume la completa paternità, Acoustic Revenge, anch'esso pubblicato nel 1993 su Inspiration (più tardi rimissato e ristampato dalla Naim). Il disco rappresenta il manifesto della poetica di Forcione riguardo la chitarra acustica, atto d'amore nei confronti dello strumento. In questo lavoro rinuncia alla presenza fissa di un secondo chitarrista (tranne che in un brano di flamenco con Marcial Heredia Fernandez), ma non di una seconda chitarra: nella maggior parte dei brani suona lui sia l'accompagnamento che la parte solista, in alcuni casi con più di due chitarre sovraincise. Importante poi la presenza di una sezione ritmica, costituita dal bassista Davide Mantovani e dal percussionista Peter Lockett, che sottolinea l'aspetto più prettamente jazzistico della musica del chitarrista. Il disco contiene alcuni dei brani che diventeranno i suoi cavalli di battaglia nei concerti dal vivo, come "Acoustic Revenge" (su cui costruisce spesso divertenti scenette mimate) o "Black Magic," ma quello che lascia più di tutti a bocca aperta è il conclusivo "Heart Beat," un magistrale pezzo di chitarra non accompagnata chiaramente ispirato a Michael Hedges, del quale riprende le tecniche di tapping e percussione sul corpo dello strumento, quattro minuti e mezzo di pura essenza chitarristica.

Nel 1996 avviene una svolta importante, con l'approdo alla Naim, etichetta discografica appartenente a una casa specializzata in alta fedeltà, che gli garantisce una eccellente qualità di registrazione e una buona visibilità commerciale. La collaborazione, che prosegue ancora oggi, inizia con l'album Dedicato, pubblicato lo stesso anno, proseguimento del discorso intrapreso con l'album precedente. Anche qui è presente una sezione ritmica a sostegno delle evoluzioni del chitarrista, in un paio di brani è presente anche il sassofonista Julian Arguelles, mentre Sabine Kabongo presta la sua voce alla title-track. Aumentano i brani di sola chitarra, nei quali Forcione ha modo di evidenziare sia il suo stile più ritmato da one man band (nelle due cover "I Heard It Through the Grapevine" e "Come Together") che quello più puramente melodico ("Nocturne"). I temi proposti riflettono le varie influenze rielaborate dal chitarrista, dal Brasile di "Tiramisu" al tango argentino di "Tango Nights"; echi di Pat Metheny e John McLaughlin traspaiono da "Twilight," "Dedicato" e "Maya's Song," mentre "Attempo" potrebbe far parte del repertorio degli Oregon. Il grosso merito di Forcione sta nel saper gestire tutti questi materiali presentandoli in maniera assolutamente personale e sincera.

Con la nuova etichetta comincia un periodo di intensa attività discografica. Nel 1997 incide un nuovo CD, dal titolo Talking Hands, in duo con Neil Stacey, sotto la denominazione "Acoustic Mania"; spiccano, accanto alle interpretazioni di "Birdland" di Zawinul, "Karate" di Gismonti, e "David" di McLaughlin, alcuni originali di Forcione, come la già nota ballad "Snow," il calypso di "Talking Hands" e il ritorno al flamenco di "Letter from Spain." Il disco è un puro divertissement chitarristico da parte di due musicisti cui chiaramente piace suonare insieme, sicuramente godibile, ma Antonio ha già in mente altri progetti e nuove direzioni da dare alla sua musica. Il primo coinvolge una giovane cantante che ha conosciuto da poco, Sabina Sciubba, con la quale realizza l'album Meet Me in London, una raccolta di canzoni che spaziano da Stevie Wonder ("Visions") a Lucio Dalla ("Caruso"), da Bruno Martino ("Estate") a Al Jarreau ("Could You Believe?"), oltre a una versione cantata di "Take Five" e alcune composizioni originali che permettono di apprezzare la versatilità delle interpretazioni della cantante, in grado di spaziare dal blues al soul, dalla musica brasiliana alle ballad. Gli arrangiamenti sono volutamente minimali, solo basso e percussioni accompagnano in alcuni brani la voce e la chitarra dei due protagonisti. La scelta si rivela quella giusta per esaltare il calore e la purezza del sound mediterraneo comune ai due interpreti. Da segnalare in particolar modo i brani originali, dal sapore brasiliano di "Brasilico" alla dolcezza romantica di "When We Two Parted" (con testo di Byron) e la delicata ballad "Night Train".

La dimensione principale per la musica di Forcione rimane però quella strumentale, in compagnia di musicisti in grado di supportare le sue idee musicali che continuano a mescolare jazz, flamenco e folk in una specie di world fusion chitarristica unica e originale. Il disco successivo, Ghetto Paradise, è emblematico di questa sua concezione, e rappresenta uno dei vertici assoluti della sua discografia, grazie anche alla presenza di due comprimari di lusso come il bassista Kai Eckhardt e il percussionista Trilok Gurtu (non a caso, una delle tante sezioni ritmiche che hanno accompagnato John McLaughlin). I brani che rimangono maggiormente impressi sono "Alhambra" e "Indian Cafe," perfetta sintesi dei principali elementi world nella sua musica; in questi due brani introduce uno strumento particolare, la chitarra Ouddan (da 'Oud' e le prime lettere del suo nome), una chitarra modificata dall'aggiunta di una seconda serie di 8 corde e la rimozione dei capotasti per farla diventare fretless. Ma si segnalano anche le più vivaci "Maurizio's Party" e "Salsa e Basilico," e la ballad "Night Passage."

Nel 2000 escono due nuovi album a suo nome: il primo, Vento del Sud, è un nuovo progetto vocale, questa volta in compagnia del cantante Benito Madonia, appassionato di blues e di musica napoletana alla sua prima esperienza discografica. Il disco è uno strano mix di canzoni napoletane ("Torna a Surriento," "Maria Mari"), classici d'autore ("Caruso" e "La canzone di Marinella") e brani originali tra cui "Anna." Forcione fornisce gli accompagnamenti chitarristici senza altri strumenti, sovraincidendo alcuni assoli. Da segnalare anche la presenza di Rossana Casale, che duetta con Madonia nella canzone di Marinella. Ben più importante e riuscito è il secondo CD, Live, registrato dal vivo nel corso di tre serate solistiche al Vortex di Londra, perfetto esempio delle sue esibizioni di sola chitarra. Accanto alle già note "Heartbeat," "Acoustic Revenge," "Sereno," "I Heard It Through the Grapevine," "Nocturne," "Black Magic" e "Night Passage" in scaletta figurano anche brani nuovi come la ballad intimista "Diary," la lunga indianeggiante "Mirage" (eseguita alla chitarra Ouddan con accompagnamento di tabla), e "African Dawn," in cui riesce a evocare le sonorità della kora. Il disco è una ulteriore conferma della maturità di Forcione come chitarrista e delle sue doti di showman, maggiormente evidenti nel video filmato nella stessa occasione e pubblicato dapprima in videocassetta e successivamente in DVD, indispensabile per rendersi conto del suo modo di stare in scena, e apprezzare pienamente anche sotto l'aspetto visivo la sua particolare tecnica strumentale.

Per il successivo Touch Wood del 2003 la formazione base è quella di un quartetto, completato da un secondo chitarrista (Giorgio Serci), una violoncellista (Jenny Adejayan) e un percussionista (Adriano Pinto o Enzo Zirilli). La presenza di un secondo chitarrista gli permette di recuperare alcuni brani del vecchio repertorio in duo come "Sunstep," "Nostalgia" e "For Vic." Ritroviamo anche "Alhambra" in un nuovo arrangiamento, e la cantante Sabina Sciubba che interviene in due brani, "Mirror Mirror" con accompagnamento di sola chitarra, e "Gigolo" con tutto il gruppo. Tra i brani nuovi, oltre agli omaggi al tango di Piazzolla col medley "Tango Suite/Libertango" e al Brasile di "Scrambled Eggs" si segnala una scatenata "Tarantella" e i due brani di sola chitarra che aprono e chiudono il disco. Se "Mirror," in chiusura, è un'altra delle ballad che testimoniano il gusto di Forcione per la melodia, la title track posta in apertura è un altro strabiliante brano alla Hedges, un compendio di tecnica tapping al servizio di una composizione con una logica che trascende il puro virtuosismo per diventare altissima espressione musicale.

Ritroviamo il quartetto due anni dopo in Tears of Joy, ma senza il secondo chitarrista Giorgio Serci, sostituito dal contrabbassista Nathan Thomson (che diventerà membro stabile), e col percussionista Adriano Adewale che prende il posto di Pinto. Sono presenti anche Igor Outkine alla fisarmonica, il pianista Alex Wilson, la cantante Micheline van Hautem e Ronu Majundar al flauto bansuri. In questo disco oltre agli elementi world evidenti in "Sahara Rain," "All Winter Long" e "Earth Spirit," è presente un'atmosfera jazzistica più marcata che in passato, in brani come "All Summer Long," "Waltz for Django" e soprattutto la swingante "Cool Cat." Forcione riesce a gestire mirabilmente il sound d'insieme del gruppo, e sa amalgamare i diversi materiali musicali facendone qualcosa di completamente personale, al di sopra di generi e stili, espressione di una maturità compositiva sempre più solida in un lavoro che rappresenta uno dei suoi risultati più alti.

Un'altro capitolo importante nella sua discografia è il disco inciso in duo con il grande contrabbassista Charlie Haden, che lo ha fortemente voluto per questo progetto dopo avere ascoltato alcune registrazioni del chitarrista e apprezzato il suo tocco. Heartplay, pubblicato nel 2006 sempre dalla Naim, non può non ricordare il duo con Pat Metheny; anche questo è un disco di ballad, scelte tra quelle più rappresentative nel repertorio originale dei due musicisti, Haden contribuisce con "La Pasionaria," "For Turiya" e l'immancabile "Silence," mentre i brani firmati dal chitarrista sono "Anna," "If...," "Snow" e "Nocturne." A completare il programma "Child's Song" del pianista Fred Hersch. Per la particolare atmosfera intimista il disco è molto diverso dagli altri di Forcione, sicuramente più indicativo della poetica del contrabbassista, ma il chitarrista dimostra comunque di sapersi adattare anche a questo tipo di situazioni rimanendo fedele alla propria personalità musicale.

L'ultimo lavoro pubblicato da Forcione a tutt'oggi è In Concert, registrato dal vivo nel 2006 con il suo quartetto nella formazione definitiva, la stessa cui si è esibito anche in Italia in tempi abbastanza recenti (leggi qui la recensione di un suo spettacolo), sintesi perfetta della sua musica. I brani sono tutti già conosciuti, ed evidenziano il suo approccio globale alla world music fin dalla scelta dei musicisti, rappresentativi di quattro diversi continenti (la violoncellista è africana, il contrabbassista australiano e il percussionista sudamericano, oltre naturalmente all'Europa del leader). Come in occasione dell'altro disco live, anche per questo concerto esiste una versione video pubblicata in DVD, che contiene tre brani non presenti nel CD: "Tatubatu," "Funky" (uno scatenato duetto tra la chitarra di Forcione e il tamburello di Adewale) e "Touch Wood," il pirotecnico brano di sola chitarra in stile Hedges. Questi due ultimi brani in particolare beneficiano della dimensione visiva, che permette di apprezzare tutta la gestualità di Forcione nel suo rapporto fisico con lo strumento, oltre che l'enorme carica di simpatia che sta alla base del suo relazionarsi col pubblico.

Forse le parole migliori per descrivere Antonio Forcione e la sua musica sono quelle che gli ha dedicato un suo collega chitarrista, Martin Taylor, riportate nel libretto allegato al CD Dedicato: "Antonio possiede tutte le qualità di un grande artista - un controllo completo dello strumento, una vasta conoscenza e rispetto di tutte le tradizioni musicali, il carisma per comunicare la sua musica al pubblico, e la capacità di non permettere mai alle suddette qualità di interferire col suo processo creativo. Antonio è un virtuoso che suona dal cuore".

Personnel

Antonio Forcione
guitar, acoustic

Album information

Title: Discografia di Antonio Forcione | Year Released: 2011


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