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Dimitri Grechi Espinoza

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Firenze - Pinocchio Live Jazz - 9.12.2006

Come sempre altamente pirotecnico il Dinamitri Jazz Folklore di Dimitri Grechi Espinoza, in questa occasione impegnato nella presentazione del nuovo CD Congo Evidence, appena uscito per la Caligola, nel quale spicca la presenza del vocalist e poeta di Detroit Sadiq Bey, abituale collaboratore di Uri Caine.

Nello spettacolo, i ritmi della contemporaneità metropolitana, ben rappresentati da Bey, dal sostegno acido dell'organo di Pee Wee Duranti e da alcuni intensi assoli del contralto di Espinoza, sono mescolati a frequenti citazioni (di Monk, trasfigurato, nel brano che intitola il CD, Mingus, Ellington).

E poi - incredibilmente - brani nuovi non compresi nell'album in uscita ("Blues", "My Funeral and Wedding March"), e il vecchio “Black” (dal precedente disco del Dinamitri, clicca qui per leggerne la recensione), riarrangiato per accogliere la voce di Sadiq Bey.

Considerevoli, accanto al come sempre fondamentale violino di Emanuele Parrini, gli apporti delle due percussioni, estremamente ben integrate negli equilibri del gruppo, cosi come il baritono di Beppe Scardino e la chitarra di Gabrio Baldacci. Interessante osservare come tanta abbondanza di strumenti non produca mai eccesso di rumore: i suoni sono sempre nitidi e separati, perfettamente interagenti ed equilibrati.

Il blues attraversa trasversalmente tutto il repertorio, qua e là facendo la sua comparsa in modo palese, come nel caso di un brano dedicato a John Lee Hooker - nel quale Bey riprende quasi filologicamente la tradizione dei canti neri.

Ma, come al solito, peculiare del Dinamitri è l'ironia che attraversa ogni brano, colora le improvvisazioni e porta la serata a concludersi con “Dim Laden”, dedicato alla somiglianza di Espinoza con il ben noto “nemico pubblico n. 1” dell'occidente. Tutto giocato su scale arabe, sulle quali però si arrampicano improvvisazioni del tutto occidentali e si attorcigliano i suoni elettrici della chitarra e dell'organo, ma poi sfociante in un classico spiritual, appositamente interpretato da Sadiq Bey.

E per finire, del tutto straordinario, un bis non richiesto (o richiesto a metà spettacolo), nel quale Bey dà una volta di più saggio della sua ineffabile presenza scenica, accompagnando alle percussioni e con un ballo lieve ed elegante il ritmo indemoniato espresso dal gruppo.

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