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Kris Davis: Diatom Ribbons

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Kris Davis: Diatom Ribbons
Dieci il numero di musicisti coinvolti, dieci le composizioni (tutte di Kris Davis tranne "The Very Thing" di Michael Attias e la conclusiva Reflections di Julius Hemphill, dieci il voto che assegniamo senza tentennamenti all'ultimo progetto della pianista/compostrice canadese. Grazie anche al sapiente lavoro di Ron Saint Germain -ingegnere del suono, tra gli altri, di Sonic Youth, Living Colours, Ornette Coleman -Diatom Ribbons è un album spettacolare per il suono, per la scrittura, per la direzione musicale della leader, per la pertinenza degli interventi solistici, per la fluidità con la quale generi e stili assai diversi trovano una insospettabile convivenza, dando origine ad una musica che attinge alla tradizione più innovativa, suona assolutamente contemporanea con più di uno sguardo verso il futuro.

Mai a pieno organico (si va dal settetto al duo, con la presenza costante della leader, di Terri Lyne Carrington e di Val Jeanty ), ogni brano presenta formazioni e mood differenti, e viene marchiato a fuoco dalle peculiarità dei musicisti coinvolti. Certo le sorprendenti alchimie sonore al giradischi ed elettronica di Jeanty ( il campionamento della voce di Messiaen in "Corn Crake" è di quelli da ricordare), il pianismo obliquo, cristallino, essenziale di Davis, il groove poliritmico di Carrington rappresentano il nocciolo duro dell'incisione e fungono da collante tra i diversi brani.

Ma poi che dire delle chitarre di Marc Ribot e Nels Cline che incendiano di rock, scolpiscono, blandiscono, lacerano, destrutturano il materiale sonoro che attraversano—in "Golgi Complex," brano nel quale suonano insieme, fanno letteralmente fuoco e fiamme scatenando una sorta di caos dal quale emerge inaspettata la melodia. O i sax di Tony Malaby e JD Allen, stilisticamente differenti, come si evince dalla sequenza degli assoli nella title track o dagli incroci pericolosi in "Reflections," e per questo ancora più interessanti e funzionali alle idee musicali di Davis. O la voce di Esperanza Spalding che compare due volte ma lascia il segno, offrendo testo e vocalizzi a "The New Thing" e recitando il poema "The Prisoners" in "Certain Cells." Senza scordare Ches Smith, qui impegnato al vibrafono, aggressività e dolcezza a interloquire con il pianoforte della Davis, e Trevor Dunn propulsione costante e inventiva al contrabbasso e al basso elettrico.

Insomma Diatom Ribbons sforna idee, invenzioni, musica di altissimo livello dal primo all'ultimo secondo, dieci perle lucenti che contribuiscono a proporre il quattordicesimo album da leader di Kris Davis tra i candidati a disco dell'anno.

Album della settimana.

Track Listing

Diatom Ribbons; The Very Thing; Rhizomes; Corn Crake; Stone’s Throw; Sympodial Sunflower; Certain Cells; Golgi Complex (The Sequel); Golgi Complex; Reflections.

Personnel

Kris Davis: piano; Val Jeanty: electronics; Terri Lyne Carrington: drums; Trevor Dunn: acoustic and electric bass (1, 2, 3, 5, 7, 8, 9, 10); Esperanza Spalding: vocals (2, 7); Nels Cline: guitar (3, 7); Marc Ribot: guitar (8, 9); Tony Malaby: tenor saxophone (1, 2, 10); JD Allen: tenor saxophone (1, 10); Ches Smith: vibraphone (3, 5).

Album information

Title: Diatom Ribbons | Year Released: 2019 | Record Label: Pyroclastic Records


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