Per Texas Johansson: De langa rulltrapporna i flemingsberg

Curiosa, anche se non del tutto insolita, la storia di Per Texas Johansson. Fino alla metà degli anni novanta era tra i musicisti più in vista dell'emergente rinascimento jazzistico svedese che aveva come punta di diamante l'Esbjorn Svensson Trio. Poi il ritiro dalla scena musicale, gli studi come infermiere ed il lavoro nel reparto maternità dell'Huddinge Hospital fino all'autunno 2014. Quando decide di entrare in sala di registrazione con un quartetto atipico -i clarinetti del leader, il vibrafono dell'eccellente Mattias Stahl, la steel guitar di Johan Lindstrom la batteria di Konrad Agnas -e sfornare questo De langa rulltrapporna i fleminsberg -il titolo fa riferimento all'uso continuo dell'ascensore nella struttura ospedaliera -album di solida sostanza e con più di un motivo di interesse.

Sedici brani -dal minuto di "Interlude" ai sei minuti e mezzo di "Bevakad av tusen vakter" -suddivisi in un doppio LP o in un unico CD, finestra aperta sul variegato mondo musicale di Johansson. Svariate suggestioni sono servite con freschezza e ricchezza di idee, combinazioni timbriche affascinanti -alcuni incroci tra steel guitar e marimba ad esempio -sonno disseminate qua e là, tanti piccoli mondi sonori pullulano sornioni nella mente del leader. I suoi clarinetti palpitano in ballads incantate, sostengono groove contagiosi, soffiano in atmosfere rarefatte attraversate dalle suadenti traiettorie della chitarra, producono swing d'antan in stralunate melodie folkloriche. E il vibrafono di Stahl come perfetto contraltare, l'alter ego che ammorbidisce, puntella, suggerisce provoca rende viva la materia sonora.

Che bellezza! Bentornato Mr. Johansson!

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