Alex Harding, Lucian Ban: Dark Blue
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Duo estremamente longevo questo tra il pianista di origini rumene Lucian Ban e il sassofonista di Detroit Alex Harding, questo Dark Blue è il loro quarto album, ma esce a undici anni dal precedente. E la loro intesa è tangibile lungo tutto l'arco del programma, che include solo brani originali (sei di Harding e cinque di Ban) e che ricorda, per intima concentrazione, storici duetto quali quelli di Steve Lacy e Mal Waldron o di Dollar Brand e Archie Shepp.
I due musicisti, del resto, hanno maturato la loro poetica attraverso collaborazioni di tutto rispetto: Ban è abituale collaboratore di Mat Maneri, con il quale ha registrato un album in duo per ECM e altri lavori in formazioni più ampie, anche con la presenza di Evan Parker; Harding si è formato nientemeno che con Julius Hemphill, ha suonato con l'avanguardia chicagoana e ha fatto parte della Sun Ra Arkestra. Non stupisce perciò che qui i due esplorino territori anche molto diversi, passando da ambiti da ballad fumosa (l'iniziale brano eponimo, "Monkey See" e il conclusivo "Hymn," negli ultimi dei quali Harding è al clarinetto basso) a contesti dal lirismo più nervoso e ritmato ("Not That Kind Of Blue"), fino a momenti più liberi ("Tough Love") e perfino di esclusiva elaborazione espressiva ("H.B.," un solo di Harding al baritono, dedicato ad Hamiet Bluiett).
In tutte le diverse situazioni si conserva il mood dettato dal titolo del lavoro, un'oscuro blues reso ancor più denso dagli strumenti bassi che ne descrivono le volute e solo apparentemente stemperato dal pianoforte, che ora accompagna in modo classicamente lirico, ora interviene in modo più contemporaneo, ma sempre asseconda la dolente introspezione del baritono o del clarone.
In equilibrio tra tradizione e innovazione, tra lirismo ed espressività improvvisata, Dark Blue è un disco tutto sommato semplice e immediato, ma egualmente da ascoltare più e più volte per apprezzarne sfumature e profondità.
I due musicisti, del resto, hanno maturato la loro poetica attraverso collaborazioni di tutto rispetto: Ban è abituale collaboratore di Mat Maneri, con il quale ha registrato un album in duo per ECM e altri lavori in formazioni più ampie, anche con la presenza di Evan Parker; Harding si è formato nientemeno che con Julius Hemphill, ha suonato con l'avanguardia chicagoana e ha fatto parte della Sun Ra Arkestra. Non stupisce perciò che qui i due esplorino territori anche molto diversi, passando da ambiti da ballad fumosa (l'iniziale brano eponimo, "Monkey See" e il conclusivo "Hymn," negli ultimi dei quali Harding è al clarinetto basso) a contesti dal lirismo più nervoso e ritmato ("Not That Kind Of Blue"), fino a momenti più liberi ("Tough Love") e perfino di esclusiva elaborazione espressiva ("H.B.," un solo di Harding al baritono, dedicato ad Hamiet Bluiett).
In tutte le diverse situazioni si conserva il mood dettato dal titolo del lavoro, un'oscuro blues reso ancor più denso dagli strumenti bassi che ne descrivono le volute e solo apparentemente stemperato dal pianoforte, che ora accompagna in modo classicamente lirico, ora interviene in modo più contemporaneo, ma sempre asseconda la dolente introspezione del baritono o del clarone.
In equilibrio tra tradizione e innovazione, tra lirismo ed espressività improvvisata, Dark Blue è un disco tutto sommato semplice e immediato, ma egualmente da ascoltare più e più volte per apprezzarne sfumature e profondità.
Track Listing
Dark Blue; Tough Love; Chakra; Black Sea; Monkey See; Not That Kind of Blues; Esto; H.B; Lowcountry Blue; The Invisible Man; Hymn.
Personnel
Alex Harding: bass clarinet.
Album information
Title: Dark Blue | Year Released: 2019 | Record Label: Sunnyside Records
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Instrument: Saxophone, baritone
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