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Bobby Previte - Andrea Kleine: The Separation

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Bobby Previte

The Separation

Autoprodotto

(2008)

Valutazione: 4 stelle

Buio in sala, sei fantasmagorici punti luce distribuiti sul palco, il suono sinistro di un organo e una breve frase pronunciata da una voce maschile, che sembra risuonare da un evo distante mille anni. Poi, improvvisa, inattesa, una sventagliata di chitarra accompagnata da un lampo accecante, che si dissolve introducendo le polifonie latineggianti di un coro, salmodiate tra bordate marziali di distorsioni e improvvisi sussulti della batteria.

Si apre così l'ultimo, ambizioso, progetto di Bobby Previte, ovvero The Separation, definito, in sede di presentazione, «una messa corale in nove movimenti; un'oscura parabola sulla morte dell'individuo; un requiem heavy metal; un saggio sulla breve vita di un pecora solitaria». Mica male come definizione, roba da delirio postmoderno acuto; e se non si stesse parlando di Previte, uno che non ha l'abitudine di prendere la propria arte alla leggera, verrebbe da maledire la vacuità del culturame contemporaneo e inveire contro 'sta maledetta epoca del non codificabile.

E invece la faccenda è seria e il modus operandi del batterista newyorchese, al lavoro in tandem con la commediografa Andrea Kleine, è presto spiegato. Dal punto di vista musicale le fonti d'ispirazione sono due: la quattrocentesca Missa Sancti Jacobi di Guillaume Dufay, messa corale della quale The Separation riproduce esattamente la ripartizione in nove movimenti, e La Nativité du Seigneur di Olivier Messiaen, il celebre ciclo di composizioni per organo dedicate dal compositore francese alla nascita del Cristo. Sul palco, dunque, un coro (The Rose Ensemble diretto da Jordan Sramek), un organo (suonato da Marco Benevento) e, a rendere ancora più improbabile l'amalgama, la mini-band The Coalition of the Willing, ovvero la sigla che da sempre incarna l'anima rockettara di Previte, in questo caso spalleggiato solo dalla chitarra di Reed Mathis.

Tutto qui? Manco per sogno, perchè la performance, registrata dal vivo nel febbraio del 2007 a Minneapolis, prevede anche la presenza di un'attrice, Christine Holt, in scena con il compito di declamare i versi della commediografa Andrea Kleine, scritti immaginando l'infelice e breve esistenza della pecora 6LL3, meglio nota come Dolly. Caos, morte, alieni e ufo, entropia e disordine, solitudine e clonazione: negli apocalittici passaggi recitati con freddo distacco dalla Holt convivono le tematiche più tetre, in perfetta sintonia con il mood solennemente dark della messa orchestrata da Previte.

La cosa incredibile, però, non sono le schizofreniche fonti d'ispirazione e nemmeno i versi spazio-deliranti, ma il fatto che la strampalata amalgama regge alla grande, funziona! Il fascino evocativo dell'opera è innegabile; miracolosamente le parti corali e le scorribande metallare si sovrappongono alla perfezione, mentre l'organo è il collante dell'instabile miscela di elementi musicali e teatrali.

L'unico rammarico è constatare l'evidente limitatezza del mezzo DVD. Certo, è apprezzabile il lavoro di montaggio e regia messo in atto per attenuare quella fastidiosa sensazione di teatro filmato, ma dal vivo - immaginiamo - The Separation avrebbe tutta un'altra potenza.

Bobby Previte (batteria e musiche); Andrea Kleine (testi e regia); Marco Benevento (organo); Reed Mathis (chitarra); Christine Holt (6LL3); The Rose Ensemble (coro); Jordan Sramek (direzione del coro); Joe Levasseur (fotografia); Anna Kiraly (regia video).

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