Home » Articoli » Album Review » Avishai Cohen: Arvoles
Avishai Cohen: Arvoles
By
Il leit-motiv di Arvoles è chiaro fin dall'iniziale "Simonero" nonostante gli sconvolgimenti di ritmi, di tempi e di scenari siano una costante del disco: le atmosfere noir dipinte dal contrabbasso di Avishai Cohen si evolvono verso tonalità più calde attraverso la percussività del piano di Elchin Shirinov e della batteria di Noham David.
Questa nuova formula del trio unito ai raid di fiati di Anders Hagberg e di Bjorn Samuelsson, votati a disperdere la costruzione melodica rendendo il sound più scorrevole, è l'ideale per dare nuova linfa a quel mix di post-bop jazz, influenze latine e sonorità mediorientali che è ormai il marchio di fabbrica del jazzista di origini israeliane. Si tratta di una modalità di composizione che nonostante i presupposti di decostruzione non oltrepassa mai la forma canzone. Sonate come "Arvoles," "Gesture #2" e "Childhood (for Carmel)" sono oasi pervase da una leggerezza consistente fondata su conversazioni sinuose fra piano e contrabbasso e sull'effetto-rallenty nei refrain: proprio nel momento in cui solitamente la melodia dei brani decolla, Cohen diffonde quiete e dà vita a falsi assoli che rallentano i ritmi fino a farli scomparire nell'assenza di suono. "Face me," "Elchinov," "Gesture #1" e "New Yorke 90's" sono invece delle scosse travolgenti di ritmi afro-caraibici dalla tensione percussiva contundente che si esauriscono in chiuse improvvise introdotte da afasiche note di piano. Anche brani di stampo più classico come "Nostalgia" e "Wings" non sovraccaricano il flusso sonoro generale di un disco in cui Cohen e soci puntano tutto sul comunicare molto con l'essenziale.
Dopo decenni di pionierismo musicale di alto livello e una moltitudine di progetti collaborativi con musicisti provenienti da ogni parte del mondo, Cohen continua a riplasmare il jazz contemporaneo annullandone i confini sia in termini di genere che di tradizioni. Con "Arvoles" l'apice dell'espressività emotiva è stato raggiunto. Il segreto? È lo stesso Cohen a svelarlo tramite una frase incisa sulla terza di copertina dell'album: "This music I give you is straight from my heart. I hope it moves you and uplifts your soul." Lasciarsi guidare dal cuore, dunque.
Questa nuova formula del trio unito ai raid di fiati di Anders Hagberg e di Bjorn Samuelsson, votati a disperdere la costruzione melodica rendendo il sound più scorrevole, è l'ideale per dare nuova linfa a quel mix di post-bop jazz, influenze latine e sonorità mediorientali che è ormai il marchio di fabbrica del jazzista di origini israeliane. Si tratta di una modalità di composizione che nonostante i presupposti di decostruzione non oltrepassa mai la forma canzone. Sonate come "Arvoles," "Gesture #2" e "Childhood (for Carmel)" sono oasi pervase da una leggerezza consistente fondata su conversazioni sinuose fra piano e contrabbasso e sull'effetto-rallenty nei refrain: proprio nel momento in cui solitamente la melodia dei brani decolla, Cohen diffonde quiete e dà vita a falsi assoli che rallentano i ritmi fino a farli scomparire nell'assenza di suono. "Face me," "Elchinov," "Gesture #1" e "New Yorke 90's" sono invece delle scosse travolgenti di ritmi afro-caraibici dalla tensione percussiva contundente che si esauriscono in chiuse improvvise introdotte da afasiche note di piano. Anche brani di stampo più classico come "Nostalgia" e "Wings" non sovraccaricano il flusso sonoro generale di un disco in cui Cohen e soci puntano tutto sul comunicare molto con l'essenziale.
Dopo decenni di pionierismo musicale di alto livello e una moltitudine di progetti collaborativi con musicisti provenienti da ogni parte del mondo, Cohen continua a riplasmare il jazz contemporaneo annullandone i confini sia in termini di genere che di tradizioni. Con "Arvoles" l'apice dell'espressività emotiva è stato raggiunto. Il segreto? È lo stesso Cohen a svelarlo tramite una frase incisa sulla terza di copertina dell'album: "This music I give you is straight from my heart. I hope it moves you and uplifts your soul." Lasciarsi guidare dal cuore, dunque.
Track Listing
Simonero; Arvoles; Face Me; Gesture #2; Elchinov; Childhood (For Carmel); Gesture #1; Nostalgia; New York 90's; Wings.
Personnel
Avishai Cohen
bassAvishai Cohen: bass; Elchin Shirinov: piano; Noam David: drums; Björn Samuelsson: trombone; Anders Hagberg: flute.
Album information
Title: Arvoles | Year Released: 2019 | Record Label: Razdaz Recordz
Comments
Tags
Avishai Cohen
Album Reviews
Emmanuel Di Tommaso
Arvoles
Razdaz Recordz
Elchin Shirinov
Noham David
Anders Hagberg
Bjorn Samuelsson