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The Art of Perelman-Shipp: Voll. 1-7

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Nella copiosa opera di documentazione dell'etichetta Leo Records dedicata al lavoro del sassofonista di origine brasiliana Ivo Perelman, incontriamo questo nuovo capitolo di sette CD, incentrato sul frequente lavoro con il pianista Matthew Shipp. The Art of Perelman-Shipp si aggiunge a una serie di pubblicazioni che vedono coinvolti i due musicisti, iniziate nel 1996, quando uscì il disco Cama de Terra, in trio con William Parker, e che annovera otto registrazioni in duo e una dozzina con formazioni più ampie. Tra i documenti più recenti del duo, Corpo, sempre pubblicato dalla Leo Records nel 2016, mentre in trio (con Gerald Cleaver alla batteria) ricordiamo il terzo volume di The art of the Improv Trio a nome di di Perelman.

Questa nuova pubblicazione potrebbe apparire eccessiva, a rischio di ridondanza, vista anche la breve distanza temporale dall'altra raccolta citata. Sette volumi che ora si aggiungono ai sei della serie precedente e all'abbondante condimento di altri singoli CD da parte dell'attivissima e caparbia etichetta Leo Records possono spaventare ed espongono al rischio dello sfinimento. Eppure, ascoltando con calma questo corposo assemblaggio di materiali, totalmente improvvisati, si scopre ancora una volta un ricco giacimento di stimoli preziosi, con tante vene aurifere quanti sono i volumi. Musica non composta, ma pianificata con cura nelle modalità costruttive, nei rapporti dialogici, nei climi espressivi, nello scandaglio timbrico. Il tutto è accompagnato dalle copertine con le realizzazioni grafiche dello stesso Perelman: un segno laccato, ambra su fondo nero, preciso e delicato, che richiama calligrafie orientali. Ma che si allaccia anche al modo del sassofonista di tracciare la propria musica: dettagliato, meticoloso, enigmatico ma molto espressivo.

La pregnanza dell'ascolto è garantita, sia che si voglia partire dall'unico duo di Perelman e Shipp, ossia dal sesto volume, indicato dagli stessi protagonisti come il fulcro attorno al quale ruotano tutti gli altri dischi, siglato con il titolo Saturn, oppure che si segua la scansione indicata dai numeri di serie, ognuno dei quali porta il nome di un satellite di Saturno, tracciando una mappa cosmologica che parte da Titan, con William Parker al contrabbasso. O che si voglia invece seguire la propria curiosità, scegliendo il volume che più attrae per gli altri musicisti coinvolti, come a noi è accaduto nel caso del settimo, dove la presenza di un titano quale Andrew Cyrille è una sorpresa, un'autentica gemma. Anche nel caso di questo lavoro, come nel precedente The Art of the Improv Trio, i brani sono indicati con la semplice titolazione di "Part 1," "Part 2," e così via. Dunque non se ne darà l'elenco nella sintetica descrizione dei singoli CD. Si raccomanda la lettura delle ricche, esaustive note di Neil Tesser che accompagnano ogni disco, con riferimenti sia alla musica che ai significati cosmologici e zodiacali.

Ivo Perelman, Matthew Shipp, William Parker
Volume 1: Titan
Leo Records
2017
Valutazione: * * * *

Si ricordava che la prima registrazione in cui Perelman e Shipp si incontrarono, nel 1996, fu condivisa dallo stesso William Parker. L'incontro si rinnovò successivamente solo nel 2014, ma è evidente che il trio in questione poggia su una forte empatia e non c'è dubbio che la solida scansione di Parker imprima un carattere di fisicità e nel contempo di densità espressiva. Cosa ben percepibile nella parte iniziale del lungo brano (circa venti minuti) che chiude il CD, dove il controcanto del contrabbasso con l'archetto si impasta alle note del tenore e del pianoforte, dapprima meditative e contemplative, poi sempre più focalizzate su figure insistite e circolari. Spesso nel corso del brano il pianoforte tace e si aprono squarci di intenso dialogo tra tenore e contrabbasso.

Ivo Perelman, Matthew Shipp, Bobby Kapp
Volume 2: Tarvos
Leo Records
2017
Valutazione: * * * *

La presenza di un batterista come Bobby Kapp, dal suono schietto e dalle libere costruzioni ricche di sfumature dinamiche, rivolge il sound del trio verso un'astrazione accesa e intricata (in brani come "Part 1" e "Part 5," dove risalta la proverbiale maestria sui sovracuti di Perelman), ma pure verso riflessioni e ricerche intense sul suono e sugli intrecci più trasparenti e filigranati tra gli strumenti. Pur poco conosciuto, Kapp è un veterano del free e dalla metà degli anni Sessanta è stato attivo a New York con collaborazioni che lo hanno visto al fianco di Gato Barbieri, Dave Burrell, Marion Brown, Noah Howard. Dopo un periodo di residenza in Messico, di recente è tornato sulla scena statunitense e ha registrato il pregevole album Cactus, in duo con lo stesso Shipp.

Ivo Perelman, Matthew Shipp, William Parker, Whit Dickey
Volume 3: Pandora
Leo Records
2017
Valutazione: * * * * ½

In Pandora è all'opera un quartetto di nobili origini: al trio con Parker si unisce qui la batteria di Whit Dickey, e la formazione che affianca Perelman diventa quella che intorno alla metà degli anni Novanta condivise le avventure di un altro tenore titanico come David S. Ware. La registrazione si basa dunque su equilibri e rapporti dinamici consolidati, con due brani in particolare ("Part 2" e "Part 5") che mostrano un intreccio veemente, e il "Part 4" dove ancora le articolazioni in sovracuto del sax tenore emergono con particolare espressività e assoluto virtuosismo.

Ivo Perelman, Matthew Shipp, Michael Bisio
Volume 4: Hyperion
Leo Records
2017
Valutazione: * * * * ½

Nel pianeta Hyperion, accanto alla coppia titolare prende posto il contrabbasso di Michael Bisio, anche egli frequentatore abituale di quelle compagnie. La prima occasione in trio fu nel 2012, con la registrazione del CD The Gift, ma già l'anno prima Bisio era nel trio regolare di Shipp. Tutto il CD è basato su un mirabile equlibrio tra brani vorticosi e altri distesi. L'esordio è un intenso intreccio meditativo che trova le sue vette ancora nei sovracuti controllatissimi di Perelman e nei contrasti degli altri due. Il cuore della registrazione, tra la "Part 5" e la "Part 8," gioca sui passaggi da densità a rarefazione, con l'atmosfera da ballad del quinto, la riflessione affidata al solo pianoforte del sesto, l'addensamento del settimo in una sorta di walkin' percorso da folate frenetiche e la dilatazione cupa con i gotici richiami tra tenore e contrabbasso con l'archetto dell'ottavo.

Ivo Perelman, Matthew Shipp, Michael Bisio, Whit Dickey
Volume 5: Rhea
Leo Records
2017
Valutazione: * * * * ½

Si torna al quartetto, con l'aggiunta al precedente organico di Dickey alla batteria. La sintonia raggiunge qui un punto cardinale di fluidità. Il brano iniziale, di circa sedici minuti, accosta due episodi principali, quasi equivalenti nella durata, uno mosso e l'altro disteso, riflessivo. L'andamento ritmico frizzante e lineare che contraddistingue l'esordio denota pure la fisionomia di parecchi episodi in quello che è il disco più brioso e fruibile della raccolta.

Ivo Perelman, Matthew Shipp, Michael Bisio
Volume 6: Saturn
Leo Records
2017
Valutazione: * * * * * Il sistema di esplorazione, scandaglio, riflessione, digressione su cui si basa il lavoro di Perelman e Shipp è sviluppato in modo intenso nel contesto del duo. La riflessione rapsodica del sax nel primo brano, intrecciata agli arpeggi del pianoforte, diventa computo serrato in campo politonale nella "Part 2" e si volge a denso accordi ed esplorazioni ad ampio raggio delle possibilità del sax nel terzo brano, tra balzi di registro, contrasti dinamici, differenze dell'attacco, metamorfosi melodiche. Il tutto assecondato, suggerito, partecipato dal pianoforte di Shipp. Ma ogni brano è un'avventura a sé, appunto.

Ivo Perelman, Matthew Shipp, Andrew Cyrille
Volume 7: Dione
Leo Records
2017
Valutazione: * * * * * L'ultimo satellite saturniano preso in considerazione, Dione, vede come anticipato la presenza di Andrew Cyrille, alla cui batteria dalle dinamiche connotazioni danzanti è lasciato un frizzante esordio, trafitto poco più di un minuto dopo da un urlo repentino del sax. Una vera staffilata, che introduce la fitta turbolenza di una disputa densa di contrasti e di empatie. Il secondo episodio vede il duo Perelman-Shipp in una delle più convincenti escursioni nel clima della musica contemporanea. In questo caso sembra frutto di composizione, tale è l'equilibrio delle parti, tale la chiarezza di un pensiero coerente. Ancora si segnalano i quasi tredici minuti della "Part 3," che come in altre occasioni entra repentinamente in medias res, con una particolare densità timbrica, resa fluida e nel contempo irta di feconde asperità dal lavoro stupefacente di Cyrille. Per continuare a scoprire, non resta che l'impegnativa ma gratificante impresa del riascolto.

Musicisti:

The Art of Perelman-Shipp -Volume 1: Titan
Ivo Perelman: sax tenore; Matthew Shipp: pianoforte; William Parker: contrabbasso.

The Art of Perelman-Shipp -Volume 2: Tarvos
Ivo Perelman: sax tenore; Matthew Shipp: pianoforte; Bobby Kapp: batteria.

The Art of Perelman-Shipp -Volume 3: Pandora
Ivo Perelman: sax tenore; Matthew Shipp: pianoforte; William Parker: contrabbasso; Whit Dickey: batteria.

The Art of Perelman-Shipp -Volume 4: Hyperion
Ivo Perelman: sax tenore; Matthew Shipp: pianoforte; Michael Bisio: contrabbasso.

The Art of Perelman-Shipp -Volume 5: Rhea
Ivo Perelman: sax tenore; Matthew Shipp: pianoforte; Michael Bisio: contrabbasso; Whit Dickey: batteria.

The Art of Perelman-Shipp -Volume 6: Saturn
Ivo Perelman: sax tenore; Matthew Shipp: pianoforte.

The Art of Perelman-Shipp -Volume 7: Dione
Ivo Perelman: sax tenore; Matthew Shipp: pianoforte; Andrew Cyrille: batteria.

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