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Antonello Salis e Simone Zanchini Duo

Antonello Salis e Simone Zanchini Duo

Courtesy Gianpaolo Becherini

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Antonello Salis—Simone Zanchini
Firenze
Sotto le stelle medicee
Villa di Poggio Imperiale
5.7.2021

Stretti tra gli arrivi del caldo da un lato e della variante delta dall'altro e spinti dall'incontenibile desiderio degli appassionati in crisi d'astinenza, i concerti all'aperto hanno ripreso come ai bei tempi ante covid. In Toscana, accanto ai festival storici, Music Pool ha ripreso l'iniziativa di portare il jazz nelle ville medicee disseminate nella regione, una delle quali—la Villa di Poggio Imperiale, appena fuori dal centro storico e a due passi dal colle di Arcetri di galileiana memoria—è stata lo sfondo per l'esibizione del duo di fisarmoniche di Antonello Salis e Simone Zanchini.

In realtà, va detto subito, Salis si è seduto al pianoforte per oltre metà concerto, lasciando Zanchini unico protagonista del mantice, e che ha comunque interagito con lui in forma che potremmo definire "dialettica," grazie al modo personalissimo di interpretare le tastiere sia del piano, sia della fisarmonica nella seconda metà del concerto. L'ora abbondante di musica si è sviluppata senza alcuna interruzione, quasi una lunga suite che inanellava un'ampia varietà di temi e ispirazioni: spazio per Ellington, per Piazzolla, per brani originali, ma soprattutto spazio per numerosi brani di Ennio Morricone, del quale il giorno successivo ricorreva il primo anniversario della scomparsa. Un Morricone che si alternava agli altri autori, spesso fondendo assieme alcuni dei temi più famosi—"Mission," "Nuovo Cinema Paradiso," antiche musiche da western—talvolta emergendo improvvisamente dal turbinare di improvvisazioni nate a partire da tutt'altri spunti, sempre comunque trasfigurati rispetto agli originali, grazie al frangersi delle diverse sensibilità dei due e delle loro abilità tecniche.

Perché alla fine il succo del concerto—conclusosi con un classicissimo e festoso brano di Salis, "Paparazzi"—era proprio nella libertà creativa dei due, nelle licenze che entrambi si prendevano nell'esplorare i territori musicali offerti loro dai brani di partenza e i cui spazi si ampliavano ogni volta a dismisura grazie alle invenzioni che ora l'uno, ora l'altro mettevano in gioco, fino ad allontanarsi dall'origine, per poi ritornarvi quando meno ci si poteva aspettare. Gioia, entusiasmo, libertà: combustibili essenziali per la creatività e per il buon procedere di quel gioco spettacolare che è l'improvvisazione. Un gioco che può restare nel jazz o allontanarsene un po' per toccare altri campi della musica; un gioco del quale Salis e Zanchini hanno dimostrato una volta di più di essere grandi maestri.

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