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Alyn Shipton: La nuova storia del jazz
ByLa nuova storia del jazz
Einaudi, 1152 pagg., 50 euro
Sebbene ne siano annunciate un paio a breve [ne parleremo presto], se qualcuno voleva comperare una vera e propria "storia del jazz" in Italia si doveva accontentare finora del quasi intramontabile Polillo, più volte ristampato e sempre disponibile in collana economica.
Bene ha fatto quindi la Einaudi, con la curatela di Vincenzo Martorella, a proporre il corposo e celebrato lavoro dell'inglese Alyn Shipton, libro che si propone di rileggere la storia del jazz con sguardo meno semplicistico di quello adottato in passato da molte accreditate narrazioni, nonché dalla vulgata ricca di luoghi comuni. Nei primissimi anni Duemila, quando uscì l'edizione originale di questo libro, il proposito era non soltanto un traguardo doveroso ai limiti dell'ovvietà, ma anche un obbiettivo reso possibile da una sempre più fitta rete di studi e analisi che si andavano incrociando a livello planetario.
È un ottimo lavoro, quello di Shipton, documentato e interessante, in cui l'aspetto musicale e narrativo dialoga continuamente con il contesto storico sociale in cui si inserisce. Specialmente la prima parte, dedicata al jazz tradizionale, è molto ben fatta e ricca di spunti, così come è interessante l'attenzione particolare dedicata alle voci, mentre - come spesso accade - le cose iniziano a essere un po' più problematiche man mano che ci si avvicina al presente, specie agli anni più recenti.
Grande attenzione Shipton dedica anche al pianoforte, con qualche scelta che lascia perplessi [una su tutte? Un capitoletto intero dedicato a Tord Gustavsen mentre Paul Bley viene citato di sfuggita solo due volte in tutto il libro], per un lavoro che è decisamente da tenere a portata di mano e consultare spesso, oltre che da leggere secondo la sua traiettoria cronologico/narrativa. Al jazz italiano poi, che nella prospettiva anglocentrica è piuttosto marginale, Martorella dedica una bella appendice.
Un'ultima annotazione riguarda il prezzo del volume: sono certamente più di mille e cento pagine e di qualità, ma trattandosi di un libro che si spera possa trovare una diffusione anche presso un pubblico nuovo o le biblioteche delle scuole [che non se la passano troppo bene...] e non solo sui già pingui scaffali degli appassionati, cinquanta euro sono una cifra che non tutti scuciono a cuor leggero.
Tanto più nell'era in cui l'informazione base si è spostata sul web...
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