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Ah-Um Milano Jazz Festival - 13a Edizione

Milano
09-24.05.2015
Tredicesima edizione dell'Ah-Um Milano Jazz Festival, manifestazione che caratterizza ed anima il maggio jazzistico milanese.
Molti gli elementi di continuità con il passato: la base al quartiere Isola, la speciale attenzione per i musicisti italiani ed in particolare per quelli che gravitano intorno a Milano, una certa ecumenicità della proposta musicale, la ricca presenza di eventi collaterali quali laboratori e workshop, mostre fotografiche e di pittura, presentazioni di libri.
Numerose anche le novità introdotte. La prima, la più significativa: la creazione del Maletto Prize. Premio dedicato alla memoria di Gian Mario Maletto (storica firma del giornalismo jazz italiano) con l'obiettivo di individuare e valorizzare i progetti musicali originali nell'ambito del jazz e della musica improvvisata, che ha portato nei locali del quartiere gli otto gruppi finalisti. Un'ottima iniziativa, cui perdoniamo volentieri qualche peccato di gioventù, quale ad esempio l'impossibilità -causa sovrapposizioni di orario e distanze tra i vari luoghi -di ascoltare tutti i gruppi in concorso, oppure l'assenza di alcuni membri della giuria. Un palco dedicato espressamente all'esibizione di questi gruppi (sia pure con il rischio di ottenere un "effetto X-Factor") avrebbe forse giovato. Detto ciò, questa prima edizione del Maletto Prize è stata vinta da I Casi (Arturo Garra ai clarinetti, Andrea Catagnoli al sax alto, Vito Zeno al contrabbasso e Andrea Quattrini alla batteria), che sono stati premiati con un contratto discografico con la Nau Records.
Altra novità introdotta quest'anno -in qualche modo anticipata poc'anzi -è la collaborazione con l'etichetta Nau Records, i cui musicisti (il trio di Paolo Calandrino, gli Slanting Dots, il Trio di Rosario di Rosa e il trio Core di Roberto Cecchetto) hanno animato la serata inaugurale del festival.
Dal punto di vista temporale, quest'anno il festival ha spalmato i propri appuntamenti lungo due settimane, diluendo l'impatto sul quartiere, ma offrendo per contro un calendario di concerti meno affollato, più focalizzato sui fine settimana, e dunque sulla carta più fruibile. Purtroppo un inconveniente tecnico ha reso temporaneamente inagibile il Teatro Sala Fontana, e fatto saltare il fine settimana centrale del festival (il duo DelzantFrancesconi e il trio Klezmer in Paris). Dispiace per i due concerti mancati, e per gli organizzatori del festival, di cui conosciamo la passione e l'impegno.
Ampio spazio è stato dedicato alle voci. Decisamente jazz quelle di Jay Clayton e Tiziana Ghiglioni, più rivolte al Brasile quelle di Francesca Ajmar e Moacyr Luz, che hanno presentato il CD "Dois Lugares."
Voce anche nell'accorato tributo "Almost Chet" di Marco Massa, che pur privilegiando un'impostazione piuttosto convenzionale, ha lasciato ai musicisti ampio spazio per divagazioni creative. (ottimo, in questo senso, il contributo di Simone Massaron).
C'era infine il progetto The Big Earth dell'Extemporary Vision Ensemble di Francesco Chiapperini, band che riunisce alcuni tra i musicisti più interessanti delle nuove generazioni, e che fa molto ben sperare per il futuro del jazz italiano.
Foto
Federico Borselli.
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