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Agogic: Agogic

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Agogic: Agogic
Attenzione a Seattle. Qualcosa si muove nella fu capitale del grunge. Merito di Cuong Vu, che dalla fine del 2006 ha rimesso radici nella città dalla quale era partito alla volta di New York, passando per Boston, a inizio anni Novanta. Il ritorno a casa del trombettista di origini vietnamite, complice la cattedra offertagli dalla University of Washington, ha avuto un effetto elettrizzante sulla scena locale, innescando un circolo virtuoso dagli esiti entusiasmanti.

Tutto è iniziato con il quintetto Speak, una sorta di progetto didattico nel quale Vu era attorniato da quattro dei suoi migliori allievi. Da lì è stato un susseguirsi di apparizioni e di progetti, culminato nell'ingresso del bassista Luke Bergman nel Cuong Vu 4-tet (fresco di debutto con lo strepitoso Leaps of Faith) e nel varo dell'etichetta Table & Chairs, della quale Agogic porta impresso il numero di catalogo 001.

A fianco del trombettista, oltre al già citato Luke Bergman e al batterista Evan Woodle (pure lui uscito dalla fucina della University of Washington), troviamo un altro musicista di Seattle espatriato a New York, il sassofonista Andrew D'Angelo. Vu e D'Angelo, pur bazzicando gli stessi locali e frequentando più o meno le stesse compagnie, non incrociavano gli strumenti da una decina d'anni. Si sa come vanno certe cose: ci si conosce da una vita, c'è stima, c'è rispetto, ma ognuno piglia la sua strada e senza nemmeno accorgersene si finisce su binari paralleli.

Ma il destino, nella vita e nella musica, suona (quasi) sempre due volte. E così, è capitato che D'Angelo, l'anno scorso, abbia fatto una capatina a Seattle per ringraziare Vu e allievi della mano tesa (sotto forma di raccolta fondi) nel momento in cui c'era da affrontare le spese mediche per uscire dal tunnel di un cancro al cervello (tranquilli, il sassofonista ora sta bene ed è in splendida forma). Dalla capatina al disco il passo è stato breve.

Breve e felice. Agogic è una di quelle piccole meraviglie che nel profluvio di pubblicazioni e uscite sono destinate a passare inosservate. Peccato, peccato e ancora peccato. Il disco è fenomenale. Dal primo all'ultimo minuto. Ispirazione, freschezza delle idee, interpreti impeccabili. C'è tutto quel che serve per passare tre quarti d'ora all'insegna di un jazz attuale e godibilissimo. Si comincia con la sincopata "En Se NE," con quel tema che uncina il cervello e non ti molla più. Vagamente ornettiana la successiva "Too Well," mentre la successiva "Acid Kiss" porta impresso il marchio di fabbrica di Vu: incipit dilatato, atmosfera pulviscolare, tromba camuffata elettronicamente, pulsazione oscura del basso, tema davisiano, crescendo implacabile, fino a quando, verso i cinque minuti, il sassofono si innesta su un'improvvisa deflagrazione ritmica. Il clou dell'intero disco. Che non vuol dire che il resto sia da meno. Da "Old Heap" a "Gently Shifting Next," passando per la dolcissima "Felicia" e "Use 2," è tutto un fiorire di spunti e idee.

Seattle c'è.

Track Listing

En Se Ne; Too Well; Acid Kiss; Old Heap; Felicia; Use 2; Gently Shifting Next.

Personnel

Cuong Vu
trumpet

Andrew D'Angelo: alto saxophone, bass clarinet; Cuong Vu: trumpet; Luke Bergman: bass; Evan Woodle: drums.

Album information

Title: Agogic | Year Released: 2011 | Record Label: Table and Chairs Music

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