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Vandermark 5: A Discontinuous Line

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Vandermark 5: A Discontinuous Line
Dopo il rodaggio dal vivo, assai promettente, di cui abbiamo avuto qualche assaggio anche in Italia, la "nuova formula" dei Vandermark 5, con il violoncello di Fred Lonberg-Holm al posto del trombonista Jeb Bishop, giunge ora al primo disco in studio [dietro il vetro c'è sempre Bob Weston] e conferma gli interessanti segnali che avevamo già colto dalle prime uscite.

Il naturale ripensamento delle dinamiche del gruppo che l'ingresso di un musicista dalla personalità così forte ha portato è subito evidente in alcuni elementi: la stessa versatile natura del violoncello, strumento armonico oltre che melodico, timbricamente in grado - grazie all'elettrificazione e alla modificazione del suono - di assumere ruoli sempre diversi. Ma anche una ancora più precisa connotazione degli stessi ruoli, con il leader Ken Vandermark che si concentra sui clarinetti e sul sax baritono, lasciando a Dave Rempis [ideale alter ego e perfetto complemento] il sax tenore e il contralto.

La musica del quintetto si trova così di fronte a una serie di opzioni espressive che vengono splendidamente colte nelle otto composizioni - come di consueto tutte di Vandermark e tutte con un destinatario - che troviamo in questo A Discontinuous Line [titolo che non possiamo non dire programmatico alla luce della storia del gruppo]. Il suono innanzitutto, più aggressivo e meno legato a un'estetica solo jazz: entrano così nel corpo del quintetto tutta una serie di soluzioni che Vandermark ha ampiamente sperimentato con altri organici, come l'abrasività di alcuni passaggi o - di contro - l'astrazione di alcune combinazioni strumentali come quelle che si possono ascoltare nella splendida "Le Dernier Cri (for Elliott Carter)" o in "Morricone (for Sergio Leone)" .

Ci sono echi dolphiani, come in "Reciprocal", con il felice connubio timbrico tra il clarinetto basso e il violoncello, troviamo la fluidità ritmica che consente a composizioni come "Some Not All" [non a caso dedicata a quello straordinario percussionista che fu Phillip Wilson] di aprirsi come organismi di improvvisazione coerenti - la splendida naturalezza narrativa del solo di Lonberg-Holm che poi si squarcia in una vamp di cui lo stesso violoncello tiene con grinta le redini - e il turbine evocativo della conclusiva "The Ladder", che parte con piglio cool [sornione l'assolo di Vandermark al baritono] per poi progressivamente fratturarsi con il cigolante lavorio del violoncello [strepitoso!] e trovare nell'improvvisazione di Rempis al contralto una cesura iridescente.

Sorretta come sempre dal lavoro flessibile di Tim Daisy alla batteria e di Kent Kessler al contrabbasso, la band trova da subito la chiave per un rinnovamento consistente e efficacissimo [che si giova ovviamente anche della accresciuta maturità di ciascun componente] e ci presenta non solo un grande disco, ma anche spunti nuovi per i tempi a venire.

Track Listing

01. Convertible, Version One (for Charles Eames) - 6:39; 02. Reciprocal (for Santiago Calatrava) - 7:40; 03. Le Dernier Cri (for Elliott Carter) - 7:48; 04. Some Not All (for Phillip Wilson) - 13:46; 05. Aperture (for Walker Evans) - 6:45; 06. Morricone (for Sergio Leone) - 7:00; 07. Convertible, Version Two (for Ray Eames) - 6:26; 08. The Ladder (for Giorgio De Chirico) - 10:50

Personnel

Ken Vandermark
saxophone

Ken Vandermark (sax baritono, clarinetti); Dave Rempis (sax tenore e contralto); Fred Lonberg-Holm (violoncello); Kent Kessler (contrabbasso); Tim Daisy (batteria)

Album information

Title: A Discontinuous Line | Year Released: 2006 | Record Label: Atavistic Worldwide


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