Phil Haynes: 4 Horns & What? – The Complete American Recordings

Con minime variazioni fra le diverse edizioni di questo suo gruppo così particolare (quattro fiati più batteria), sicuramente in grado di esprimere (verrebbe da dire "esporre") al meglio le sue doti di compositore e "demiurgo" musicale in senso lato, Phil Haynes, oggi sessantatreenne, riunisce tre sedute d'incisione (l'ultima dal vivo) datate rispettivamente 1989, 1991 e 1995, oltre tre ore e un quarto di musica serratissima (salvo i brevi parlati introduttivi dell'ultimo volume), ricchissima sia sotto il profilo, appunto, compositivo, che per l'apporto che solisti di prima grandezza (scorrere i loro nomi per credere) sanno inequivocabilmente aggiungere di proprio.

Nessuna scontatezza, nessuna banalità, nulla che possa far pensare anche minimamente a qualcosa di studiato a tavolino (nel senso di manierato, accademico) e invece una musica sempre diretta, ficcante, a tratti cameristica, se vogliamo più sotto il profilo squisitamente timbrico che per le dinamiche, sempre vivide, palpabili, avvincenti, lambendo il free e pieni di opulenza quasi orchestrale, i soliloqui e un interloquire sempre magistrale, attentissimo, creativamente vivacissimo.

La quadratura del cerchio, insomma, a rendere questa integrale assolutamente imperdibile. Ed entrare ulteriormente nelle intercapedini dell'opera, al di là della sua sostanziale inutilità, non farebbe che diminuire il piacere della scoperta continua che questo autentico monumento sonoro sa offrirci. Buon ascolto dopo poca lettura, quindi.

Album della settimana.

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