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Revolutionary Ensemble: Vietnam

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Revolutionary Ensemble: Vietnam
Quando, nel marzo 1972, nella Peace Church del Greenwich Village di New York il Revolutionary Ensemble esordisce discograficamente dopo poco più di un anno d'attività, la guerra del Vietnam è ancora in corso e la generazione di quegli improvvisatori che presto si affermeranno nei cosiddetti "loft" di New York inizia a presentarsi sul proscenio.

Le due parti in cui viene (illogicamente) spezzata l'unica, lunga suite intitolata "Vietnam" appartengono ad un'esecuzione dal vivo ripresa, con una certa abbondanza di rumori di fondo, dalla ESP: ciò non impedisce di apprezzare un flusso musicale drammatico e spigoloso, frutto di una totale interazione fra tre musicisti già ai vertici della loro creatività.

Difficile dire quanto il conflitto vietnamita ricopra un ruolo in questo lavoro che, certamente, esprime una spiritualità angosciata nelle ascensioni oblique e volutamente stridule, come l'urlo strozzato di un predicatore, di Leroy Jenkins (il cui futuro peso su violinisti come Billy Bang e Terry Jenoure è già ben chiaro) e nei suoi fitti dialoghi con l'umbratile contrabbasso di Sirone (Norris Jones, da poco scomparso).

La composizione è liberamente strutturata, ondeggia rapsodica in uno "stream of cosciousness" il cui fulcro è dato dai poliritmici accenti creati dal batterista Jerome Cooper (l'unico sopravvissuto del gruppo ai nostri giorni), fonte di continui stimoli per un dialogo ora inarrestabile, ora spezzato, singhiozzante e torrenziale che, soprattutto nell'eloquio dolente di Jenkins è carico di riferimenti alla tradizione africana-americana.

Frammenti di blues, ironiche marce ayleriane, estatici lirismi di derivazione coltraniana, frenetici canti bop affiorano da un magma di enfasi controllata per immergersi nuovamente e prendere la forma di un'amara e acida perorazione collettiva. Straordinario è l'apporto emotivo di Sirone, solista ebulliente e interlocutore dotato di una potente ricchezza di vocabolario: la sua predilezione verso il registro grave evidenzia ulteriormente il contrappunto incalzante con cui egli appassionatamente commenta, sottolinea, interrompe la meditazione assorta, quasi tragicamente piegata su sé stessa di Jenkins.

Rispetto a successive e più omogenee opere del gruppo come The People's Republic e Manhattan Cycles, il dolore e il terrore del Vietnam sono qui. Come affermava Leroy Jenkins: "Jazz is America's music, so where America goes, that's where jazz is going. Even where it is now, even when we break away—because we're in flux in America, so we're in flux in the music right now - the establishment vs. the people who are trying to change things".

Track Listing

01. Vietnam 1; 02. Vietnam 2.

Personnel

Leroy Jenkins
bass, electric

Leroy Jenkins, violino; Sirone, contrabbasso; Jerome Cooper, batteria.

Album information

Title: Vietnam | Year Released: 2009 | Record Label: ESP Disk

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