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Maybe Monday: Unsquare

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Maybe Monday: Unsquare
Antefatto. The Stone, novembre 2006.

Accade spesso che John Zorn decida di affidare la programmazione del suo locale, “The Stone”, a un direttore artistico a tempo perso. Prassi consolidata e degna di lode quella di Mr. Tzadik, che nel novembre del 2006 cede la chiavi della propria dimora newyorchese a Miya Masaoka. L’artista di origine giapponese, virtuosa del koto, prenota subito un week-end per i Maybe Monday, il trio che da anni condivide con Larry Ochs e Fred Frith.

L’idea è quella di invitare alcuni ospiti d’eccezione ad unirsi al gruppo in una tre giorni di concerti. Il progetto coinvolge Carla Kihlstedt, Ikue Mori, Zeena Parkins e Gerry Hemingway. La proposta di ricavarne un disco piace molto alla Intakt di Patrik Landolt, anche se i dubbi sull’opportunità di registrare dal vivo, in un locale notoriamente poco affidabile dal punto di vista acustico, fanno propendere per una seduta in studio extra.

E così, nel pomeriggio di sabato 18, i sette si ritrovano all’East Side Sound e se ne escono 4 ore più tardi con 90 minuti di materiale. Musica registrata, vale la pena sottolinearlo, in un particolare setting dello studio, che prevedeva l’impossibilità per gli artisti di vedersi reciprocamente e la possibilità per ciascun partecipante di auto-regolarsi i volumi in cuffia.

Il disco

Composito, fluttuante, magmatico. Le otto tracce di Unsquare sono altrettanti, splendidi, saggi di improvvisazione elettroacustica. I complicati ricami orditi dal settetto si presentano sotto forma di palpitanti creature, pulsanti divagazioni prive di connotazione ritmica, in cui il gioco dei richiami, degli interscambi e dei sussulti è al centro di un continuo lavoro di tessitura emozionante e coinvolgente. Il violino della Kihlstedt aggiunge squarci di pathos all’impasto, le ance di Ochs donano consistenza e carnalità, le percussioni di Hemingway puntualizzano e punteggiano, mentre le corde di Frith, come al solito, contribuiscono a rendere imprevedibili gli sviluppi del discorso e del flusso creativo (ascoltatevi l’inizio di “Unturned”).

Al di sotto della linea di galleggiamento, frigge e sfrigola il tappeto elettronico disteso dalla Masaoka, che aggiunge pennellate orientali di koto, da Zeena Parkins e da Ikue Mori: una marea montante che si fa minacciosa, si increspa improvvisamente, per poi diradarsi e dilatarsi un attimo dopo. Dovessi scegliere una delle cinque tracce, direi “Septentrion”, scattante e nervoso crescendo marchiato dal tenore sghembo di Ochs.

Epilogo, futuro prossimo

Le tre serate live at “The Stone” sono state provvidamente registrate. L’intenzione è quella di farne un doppio Intakt da pubblicare a breve. Speriamo di non dover aspettare troppo...

Track Listing

1. G - 14:16; 2. Nitrogen - 14:07; 3. Saptharishi Mandalam - 7:52; 4. Septentrion - 6:17; 5. Unturned - 17:21. Tutti i brani sono improvvisazioni collettive.

Personnel

Fred Frith
guitar

Fred Frith (chitarra elettrica); Miya Masaoka (koto, elettronica), Larry Ochs (sax tenore, sopranino); Gerry Hemingway (batteria, percussioni, voce); Carla Kihlstedt (violino); Ikue Mori (elettronica); Zeena Parkins (arpa elettrica, elettronica).

Album information

Title: Unsquare | Year Released: 2008 | Record Label: Intakt Records


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