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Chris Potter Underground: Ultrahang

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Chris Potter Underground: Ultrahang
L'avvento di Chris Potter fu salutato qualche anno fa come uno dei più significativi nell'ambito di quella galassia assai indefinita che per comodità viene indicata con post-bop. Grazie ad un approccio fresco, muscolare e raffinato insieme, con una particolare attenzione alle forme, che espande con improvvisazioni fantasiose, il giovane sassofonista acquisì immediatamente fama di nuova stella del firmamento jazz, rafforzata anche dalle partecipazioni a band importanti come quella di Paul Motian, Dave Holland e Dave Douglas.

Un buon numero di album a proprio nome per etichette come Concord, Verve e Criss Cross ne avevano consolidato la fama di musicista guida nell'ambito di un jazz moderno, dalle salde radici mainstream. Forse per scuotersi di dosso questa etichetta un poco limitante, forse per reali esigenze espressive, Potter decise nel 2005 di allestire un band elettrica che lo portasse nei territori di confine tra jazz, rock, funky ed elettronica, debuttando con Underground a cui seguì il live Follow the Red Line: Live at the Village Vanguard fino ad arrivare a questo Ultrahang.

Che non è sconvolgente ma è un ottimo disco, potremmo definirlo un piccolo classico nel suo genere, per la misura e la precisione nella scrittura, per l'affiatamento tra i musicisti, per le esecuzioni impeccabili, per un suono riconoscibile ma cangiante. A parte l'intensa, commovente, versione della Dylaniana "It Ain't Me, Babe" e la conclusiva "Interstellar Signals," una ballata cosmica a tratti inquietante, Ultrahang non ha un attimo di respiro.

Merito delle metriche irregolari (M-Base e Steve Coleman insegnano) utilizzate da Nate Smith che compone e scompone tempi con grande maestria. Merito della chitarra di Adam Rogers sempre pertinente sia in fase di sostegno che in assoli ora carichi di blues feeling, ora secchi e acidi, ora dalla grana funky. Merito di Chris Potter rugoso il giusto al clarinetto basso, zigzagante, obliquo, dalla vena inesauribile al tenore e compositore raffinato. E nonostante sembri il più defilato tra i protagonisti dell'incisione, merito di Craig Taborn che dietro le quinte assolve a vitali funzioni di raccordo e fornisce essenziali coloriture timbriche, decisive nel determinare il suono complessivo del gruppo.

Track Listing

01. Ultrahang (Potter/Rogers/Taborn/Smith); 02. Facing East; 03. Rumples (Rogers); 04. It Ain't Me, Babe (Dylan); 05. Time's Arrow; 06. Small Wonder; 07. Boots; 08. Interstellar Signals. Tutte le composizioni sono di Chris Potter tranne quelle indicate.

Personnel

Craig Taborn (Fender Rhodes); Adam Rogers (chitarra); Nate Smith (batteria); Chris Potter (sax tenore, clarinetto basso).

Album information

Title: Ultrahang | Year Released: 2009 | Record Label: ArtistShare

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