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Dino Betti van der Noot: Two Ships in the Night

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Dino Betti van der Noot: Two Ships in the Night
Torna Dino Betti van der Noot, il nostro più singolare compositore per grandi organici, che all'incirca ogni due anni ci regala un nuovo lavoro, ogni volta articolato, ricco di colori e scenari diversi, ma anche di colte citazioni extramusicali che rendono ancor più appassionanti i racconti sonori sviluppati dalle sue composizioni.

Stavolta il titolo dell'album, che è poi quello dell'ultimo brano in programma, da un lato rimanda alla tragica attualità—le navi di migranti e quelle di coraggiosi che tentano di salvarli dal naufragio—dall'altro rinvia a una poesia dell'ottocentesco scrittore statunitense Henry Wadsworth Longfellow, che fa delle navi che si incrociano nella notte la metafora della vita umana. Ma non mancano altri riferimenti, come quello all'amato Shakespeare, che da La tempesta offre il titolo del terzo brano, ”A Thousand Twangling Instruments”.

Per venire più direttamente alla musica, la formazione che interpreta le composizioni è come al solito ampia—stavolta ventuno elementi, ai quali si aggiunge Federico Sanesi alle tabla nel brano "shakespeariano"—e composta in gran parte dai medesimi musicisti protagonisti dei precedenti lavori, che perciò ben conoscono la poetica di Betti van der Noot, così come lui conosce quel che possono dare alla sua musica. Musica che, come nello stile del suo autore, è costantemente tesa a narrare storie musicali legando scrittura e improvvisazione, impresa ardua con un organico così ampio, ma proprio per questo anche con innumerevoli possibilità espressive e timbriche, che—come il compositore ci ha ormai abituato—vengono sfruttate nel migliore dei modi.

Lo si apprezza fin dalla prima composizione, la notevole ”The Deafening Silence of the Stars”, nella quale emerge subito il ruolo—in certo modo contrastante—che in questo disco giocano il basso elettrico di Gianluca Alberti, il pianoforte di Niccolò Cattaneo (che qui si esprime con un blues che ricorda il primo Jarrett) e il vibrafono di Luca Gusella: sono loro, infatti, a disegnare uno scenario sospeso e sognante, nel quale intervengono ripetutamente i solisti, individualmente o a gruppi, ora liricamente, ora con magmatica libertà. Sempre perfettamente leggibili i suoni—bellissimi—e sempre percepibile il filo drammaturgico, rigoroso nelle molteplici svolte della narrazione, fino alla conclusione dal sapore vagamente epico, un "tutti" preceduto dall'assolo della tromba di Alberto Mandarini e seguito da quello del clarinetto basso di Sandro Cerino.

È solo l'inizio di un disco che si articola in sei brani per complessivi sessantasette minuti, stilisticamente coerenti ma anche aperti a situazioni diverse, come le storie da raccontare: incalzante e dinamicamente sostenuta ”Those Invisible Wings”, con un potente lavoro del basso e dei fiati, ma che comunque si apre anche a momenti lirici e sospesi; cantabile e, come da titolo, ricchissima di suoni scintillanti ”A Thousand Twangling Instrumensts”, rielaborazione di un'antica composizione di Betti van der Noot, che si avvale molto della presenza di Sanesi; lirica e delicata ”Blue Gal of My Life”, dedicata alla moglie; più sostenuta e a momenti impetuosa ”Something Old, Something New: Somehow Blues”; infine, pensosamente lenta la conclusiva composizione eponima, che giustamente invita alla riflessione sulla citata metafora esistenziale offerta dalle navi nella notte.

Ma il disco è in ogni parte di alto livello, ricco di episodi gustosi offerti dai solisti, che si alternano tutti con grande bravura e tra i quali spiccano—come spesso nei lavori di Betti van der Noot—Mandarini, Cerino, Emanuele Parrini e Giulio Visibelli, oltre a Vincenzo Zitello, la cui arpa caratterizza spesso il suono complessivo. Un album tuttavia al tempo stesso anche libero e narrativo, un binomio non semplice da coniugare e che lo rende ancor più prezioso.

Ancora una volta un lavoro di eccellenza, dunque, da parte dell'ottantatreenne compositore, autore di musica sempre inconfondibile, unica nel panorama non solo nazionale e, per questo, assolutamente necessaria.

Album della settimana.

Track Listing

The Deafening Silence of the Stars; Those Invisible Wings; A Thousand Twangling Instrumensts; Blue Gal of My Life; Something Old, Something New: Somehow Blues; Two Ships in the Night.

Personnel

Dino Betti van der Noot
composer / conductor

Giampiero LoBello, Alberto Mandarini, Mario Mariotti, Paolo De Ceglie: trumpet and flugelhorn; Luca Begonia, Stefano Calcagno, Enrico Allavena: trombone; Gianfranco Marchesi: bass trombone; Sandro Cerino: flutes, bass clarinet, alto saxophone; Andrea Ciceri: alto saxophone; Giulio Visibelli: flute, tenor saxophone; Rudi Manzoli: tenor saxophone; Gilberto Tarocco: clarinet, baritone saxophone; Luca Gusella: vibes, MalletKAT; Emanuele Parrini: violin; Niccolò Cattaneo: piano; Filippo Rinaldo: keyboards; Vincenzo Zitello: harp; Gianluca Alberti: electric bass; Stefano Bertoli: drums; Tiziano Tonni: snare drum, percussions; Federico Sanesi: tabla.

Album information

Title: Two Ships in the Night | Year Released: 2019 | Record Label: Audissea Records


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