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Francesco Chiapperini: Trasmigration

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Francesco Chiapperini: Trasmigration
Riprendendo lo spirito con cui nel 2022, con We3, aveva omaggiato non agiograficamente The Trio di John Surman, adesso Francesco Chiapperini, proprio come il sassofonista inglese, amplia il proprio organico e va a rileggere la lezione di Conflagration, storico album del 1971. La formazione è meno ampia di quella messa assieme allora da Surman, ma è pur sempre un nonetto che—per intensità, organizzazione dei suoni, respiro dei temi—suona come un'orchestra ben più ampia. E, grazie anche alla registrazione dal vivo e alla qualità dei solisti, suona alla grande.

La formazione ha come nucleo essenziale proprio We3, vale a dire il leader a sax baritono, clarinetto basso e flauto, Luca Pissavini al contrabbasso e Stefano Grasso alla batteria. A dar vita ai sette brani, per poco meno di un'ora complessiva, si aggiungono poi il pianoforte di Simone Quatrana, la chitarra di Alberto Zanini e ben altri quattro fiati: la cornetta di Mario Mariotti, la tromba di Vito Emanuele Galanti, il sax contralto di Andrea Ciceri e il tenore di Daniele Cavallanti.

Ed è proprio il lavoro dei cinque fiati a caratterizzare maggiormente la musica: tutta originale e del pugno di Chiapperini, costruita su strutture narrative dai ritmi perlopiù incalzanti, vede i fiati suonare spesso all'unisono, quasi trasportando l'ascoltatore in veementi cavalcate, e tuttavia aprendosi a più riprese per lasciar spazio all'espressività dei singoli. Così, l'iniziale "Riding Roading" ha un andamento quasi epico, fin dall'inizio trascinantemente sospinto dalla ritmica di Pissavini e Grasso, ed è intercalato da un solo di Mariotti e dagli interventi dissestanti del pianoforte; viceversa "Slaving Rebellion" si apre con un solo del contrabbasso di Pissavini che poi, accompagnato dalla chitarra di Zanini, detta un ritmo potente sul quale prima si innestano i fiati all'unisono, poi si apre come uno squarcio il solo di Cavallanti.

Ancora diverso "JS Layer," che procede quasi interamente come un'improvvisazione free—vi svetta a più riprese il piano di Quatrana—e funge da introduzione per il successivo "Rising East," lungo e cangiante, che nei primi due minuti si erge con un unisono trascinante, poi lascia spazio a un assolo di Grasso alla batteria e a un aggregarsi di rumori, prima di concludersi di nuovo con un'incedente cantico collettivo. Invece "Sliding Sneakers" si avvia lento a partire da soffuse percussioni e s'impenna prima con una un solo in crescendo del contralto di Ciceri, poi da uno analogo di Chiapperini, fino a un finale di nuovo epico.

Andamenti diversi, medesimo mood per una musica che è, anche volutamente, ben radicata nella tradizione, e non solo in quella del jazz britannico degli anni Sessanta, ma anche in quella statunitense degli stessi anni, e che non dimentica la contemporaneità. Una musica coraggiosa, perché oggi sempre più dimenticata e lasciata dietro scaffali di piatto mainstream, di sperimentazioni neofusion o di lavori scritti in modo anche troppo sofisticato.

Un po' di jazz —intenso, trascinante, collettivo ma che valorizza le individualità —ci voleva. Una volta tanto.

Album della settimana.

Track Listing

Riding Roading; Sliding Sneakers; Kirkoffs Wave; Slave Rebellion; JS Layer; Rising at East; Obsidian.

Personnel

Album information

Title: Trasmigration | Year Released: 2023 | Record Label: Splasc(H) Records


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