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Mark Feldman - Sylvie Courvoisier: To Fly to Steal
Che c'entra Mark Feldman con la stirpe dei logorroici? Purtroppo c'entra, eccome. È già da qualche anno che i conti non tornano con il violinista di Chicago. Le funamboliche doti del nostro, tecnicamente parlando uno dei musicisti più incredibili in circolazione, stanno prendendo il sopravvento, stanno fagocitando l'arte e l'artista. Intendiamoci: il processo è in fieri; Feldman non è ancora passato al lato oscuro. Ma sulla strada che porta all'onanismo del virtuoso siamo già a buon punto.
To Fly to Steal, uscito su Intakt, ne è l'ennesima conferma. Alla testa di un quartetto completato dall'ineffabile compagna, la pianista Sylvie Courvoisier, dal batterista Gerry Hemingway [mai meno che strepitoso] e dal contrabbassista Thomas Morgan, Feldman ribadisce i troppi limiti della propria visione. Non che manchino i momenti degni di nota in un disco tutt'altro che disprezzabile; e però è innegabile che la musica funzioni soprattutto quando riesce a circoscrivere il cannibalismo autoritario del violino e del violinista.
Come nell'iniziale "Messiaenesque," nella quale a prevalere sono le strutture, che imbrigliano la tendenza all'eccesso in un gioco riuscitissimo di incastri. Oppure in "The Good Life," composta dal violinista con mano ispirata e basata sull'alternanza giocosa fra un tema sbarazzino, squarci di pura astrazione e improvvise impennate ritmiche. Funziona anche "Fire, Fist and Bestial Wail," soprattutto quando il violino tace e il trio Courvoisier-Morgan-Hemingway regala lampi di assoluta classe, caracollando con leggerezza e fantasia.
Altrove, purtroppo, gli steccati non reggono. Estremamente stucchevoli, ad esempio, i dodici e passa minuti di "Five Senses of Keen": gli acuti cristallini, l'intonazione insopportabilmente impeccabile, i passaggi sovraccarichi di pathos, le estenuanti acrobazie. È come se a ogni nuovo concerto, a ogni nuovo disco, Feldman si sentisse in dovere di ricordarci tutto ciò di cui è capace [molto, moltissimo, forse troppo]. Manca l'aria anche in "To Fly, to Steal," rarefatta e seriosa, riscattata solo in parte da alcuni momenti preziosi cesellati dal pianoforte.
«Don't play everything (or every time); let some things go by». Il celebre consiglio di Monk al giovane Lacy è sempre valido.
Visita i siti di Mark Feldman e Sylvie Courvoisier.
Track Listing
1. Messiaenesque (Courvoisier) - 5:52; 2. Whispering Glades (Courvoisier/Morgan/Hemingway/Feldman) - 8:34; 3. The Good Life (Feldman) - 10:23; 4. Five Senses of Keen (Feldman) - 12:13; 5. Fire, Fist and Bestial Wail (Courvoisier/Morgan/Hemingway/Feldman) - 9:44; 6. Coastlines (Courvoisier/Morgan/Hemingway/Feldman) - 5:29; 7. To Fly, to Steal (Courvoisier) - 10:58.
Personnel
Sylvie Courvoisier
pianoSylvie Courvoisier (pianoforte); Mark Feldman (violino); Thomas Morgan (contrabbasso); Gerry Hemingway (batteria).
Album information
Title: To Fly to Steal | Year Released: 2011 | Record Label: Intakt Records
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