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Tigran Hamasyan Trio
Il giovane pianista armeno Tigran Hamasyan è tra i nuovi talenti emergenti sulla scena jazzistica internazionale, con quattro album già incisi a suo nome e la partecipazione all'ultimo quartetto di Dhafer Youssef con il quale si era già presentato l'anno scorso al pubblico romano facendo un'ottima impressione. C'era dunque molta aspettativa nei suoi confronti, e curiosità riguardo al suo nuovo trio, completato dal bassista Sam Minaie e dal batterista Nate Wood.
Fin dalle prime note, è risultato chiaro che il suo approccio al piano trio è radicalmente differente da quello di Colin Vallon, che si era esibito sullo stesso palco solo un paio di settimane prima (clicca qui per la recensione di quel concerto). Hamasyan suona con molta energia, quasi aggredendo fisicamente la tastiera, mascherando le sottigliezze di tocco di cui è capace sotto un volume sonoro probabilmente eccessivo. Dove Vallon era sommesso e intimista, Hamasyan è spesso debordante e aggressivo, e anche il rapporto con i due partner è poco improntato all'interazione tra i musicisti, ma la sezione ritmica opera prevalentemente come sostegno alle bordate pianistiche. Anche nel rapportarsi col pubblico Hamasyan ha scelto un atteggiamento quasi da rockstar, con ripetuti inviti ad aumentare il volume degli applausi per scaldare l'atmosfera.
Il programma consisteva essenzialmente in una rilettura dell'ultimo CD del pianista, A Fable, con l'aggiunta di contrabbasso e batteria e la pesante sottolineatura dell'elemento ritmico a scapito dell'aspetto melodico che ne rappresentava il lato più interessante, con il mescolamento di oriente e occidente caratteristico della sua cultura di origine. Non a caso i momenti migliori del concerto sono stati quelli dove la melodia emergeva maggiormente, come in un brano di Gurdjieff (tra i massimi esponenti di quella particolare fusione, soprattutto spirituale).
Un concerto abbastanza interessante, nonostante qualche scelta estetica discutibile, ma che non ha completamente soddisfatto le aspettative; visto comunque l'indubbio talento del pianista, come pure la sua giovane età, è lecito attenderlo ad altre prove più musicalmente significative nel futuro prossimo.
Foto di repertorio.
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