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Things We Like: Agosto 2012

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Alberto Bazzurro

Per la serie "letture agostane" (da ombrellone), quelle che chi come il sottoscritto—mal digerendo il famigerato cazzeggio da spiaggia—ritiene uno scudo protettivo più efficace di qualunque solare: due titoli fra i molti accatastati durante l'anno (salvo urgenze improrogabili) col miraggio di recuperare tutto in quindici giorni...

Il primo, assolutamente irrinunciabile, è lo schiaffiniano E non chiamatelo jazz (Auditorium), autentico trattato sull'improvvisazione (jazzistica e non, come il titolo illustra eloquentemente) condotto con rigore, ampiezza, puntualità, nonché l'acume proprio del settantenne (fra un mese) musicista—e non chiamatelo trombonista (non solo, almeno)—romano.

Il secondo è il dodicesimo quaderno di Vicenza Jazz, intitolato Alla Fiera dell'Est—Sulle rotte di Marco Polo e Thelonious Monk, in cui si segnalano, anche per mole, i contributi di Aldo Gianolio (Coltrane e l'India, imperdibile), Francesco Martinelli (Jazz in Russia, documentatissimo, anche se magari non sarebbe nuociuta una maggiore cura formale) e Maurizio Franco (Thelonious Monk e le avanguardie jazz anni '50, efficace e prezioso quando finalmente giunge al cuore della "cosa").

Dischi? Uno su tutti, assolutamente, che è poi quel Tomorrow Sunny/The Revelry, Spp di Henry Threadgill, di cui non avrete mancato di notare le 5 stelle assegnategli da chi scrive in sede di recensione. Glisseremo quindi su inutili ulteriori peana.

Enrico Bettinello

Finisce (quasi) l'estate e ci si porta dietro ricordi belli di una memorabile edizione del Festival di Saalfelden, che ha visto protagonisti giovani e talentuosi come Ches Smith o Mary Halvorson, maturare definitivamente e batteristi come Chad Taylor, dialogare con le generazioni sotto molti profili.

Ai primi ascolti mi sembrano molto intriganti sia il nuovo lavoro di Bill Fay, Life Is People che quello di Josephine Foster, Blood Rushing, nonché la [nemmeno troppo] strana coppia formata da St. Vincent e David Byrne, che nel nuovo Love This Giant si muovono sopra un'esplosione di fiati!

Tutto molto rassicurante, ma per i tempi che corrono e l'autunno che arriverà, è come aver messo legna a sufficienza nella legnaia!

Ci portiamo dietro la tristezza per la morte di Von Freeman e Sean Bergin e non c' molto da aggiungere...

Tra le cose della rete, mi sembra interessante segnalare questa dal sito della National Public Radio

Anche qui non c'è molto da aggiungere...

Maurizio Comandini

La National Public Radio (NPR) è una istituzione americana che ci regala spesso piccole gemme da approfondire. Vogliamo segnalarvi in particolare, dal sito della radio americana (www.npr.org), i concerti registrati in occasione del Newport Jazz Festival, uno degli appuntamenti più longevi dell'estate jazzistica americana.

Il vero mattatore dell'ultima edizione del Festival, tenutasi fra il 4 e il 5 agosto, è stato il chitarrista Bill Frisell presente in ben tre progetti: a) alla testa del suo quintetto, in una deliziosa riproposizione del repertorio dei Beatles; b) in duo con Jenny Scheinman, alla ricerca del perfetto equilibrio fra la musica popolare americana e il jazz; c) ospite d'onore del trio Bad Plus, alle prese con il funky elegante e solido di una delle jam band più interessanti dell'odierno panorama musicale. Questi tre concerti con Frisell, sono tutti disponibili sul sito NPR.

Sono disponibili anche altri concerti registrati a Newport 2012 tra i quali quelli della big band di Ryan Truesdell, già vista ad Umbria Jazz, con il bel progetto di riscoperta di pagine inedite e dimenticate tratte dal book di Gil Evans; quello del fantasioso cantante Kurt Elling con John McLean alla chitarra; quelli dei gruppi di Jack DeJohnette; Rudresh Mahanthappa; del Claudia Quintet di John Hollenbeck e altri. Queste registrazioni sono disponibili in streaming. La maggior parte di questi concerti prevede anche la possibilità di effettuare il download gratuito in mp3 ma con un po' di fantasia anche quelli disponibili solo in streaming possono essere registrati sull'hard disk del computer. Per completare il tutto esistono anche riprese video.

Angelo Leonardi

Novità imperdibili: due dischi, differenti nei percorsi ma accomunati dalla stessa urgenza creativa, s'impongono all'attenzione: Tomorrow Sunny/The Revelry, Spp di Henry Threadgill (Pi) e Bending Bridges (Firehouse 12) di Mary Halvorson. Il primo è realizzato dagli Zooid, il quintetto più longevo del sassofonista da poco ampliatosi al violoncellista Christopher Hoffman. Il secondo è il nuovo volume del quintetto della chitarrista (Jonathan Finalyson tromba, Jon Irabagon sax contralto, Mary Halvorson chitarra, John Hébert contrabbasso, Ches Smith batteria) che aveva già impressionato col precedente Saturn Sings.

Emergenti: agli amanti del violino jazz (legati al primo Jean Luc Ponty e all'indimenticabile Zbigniew Seifert) consiglio il recente Almost Never Was di Zach Brock inciso con Aaron Golberg, Mat Penman ed Eric Harland.

Da riscoprire: L'album Vinicius/Amalia registrato nel 1978 per la Decca da Amália Rodrigues e Vinicius De Moraes: struggente poesia e magnetiche interpretazioni della "Rainha do Fado". Chicago at Carnegie Hall, il primo disco live dei Chicago inciso nel 1971: uno dei migliori esempi della formazione, a dispetto della registrazione scadente e della prolissità.

Stefano Merighi

Un album di Myra Melford—artista sempre più curiosa e creativa—rimasto indietro negli ascolti e che sorprende assai: The Whole Tree Gone (Firehouse 12), ma in particolare una composizione, "Moon Bird," articolata e avvincente, con un intervento di Cuong Vu alla tromba da lasciare senza parole. Ascoltare, riascoltare.

E, per rimanere nei paraggi, il maestro di Myra, Henry Threadgill, che regala con Tomorrow Sunny/The Revelry, Spp un assoluto gioiello, credo l'apice raggiunto con Zooid. Pur ottima, la produzione con questa band non mi ha mai trascinato all'entusiasmo, forse per i limiti impliciti che l'autore impone agli esecutori. Quasi fosse una disciplina dodecafonica in jazz. Eppure, specie con l'ingresso del violoncello di Christopher Hoffman, l'impasto sonoro si amalgama come mai in passato. I pezzi sono affascinanti, la conduzione magistrale.

Nell'agosto 1961 Roland Kirk incide alcuni brani poi pubblicati in We Free Kings (Mercury): una delizia nell'insieme, irresistibile in "A Sack Full Of Soul" (che titolo!). L'attacco è in shuffle (Charlie Persip alla batteria), l'apertura tematica da sigletta semplice, un po' come in alcune cose fatte con Quincy Jones. Poi interventi di Rashaan a diversi fiati, sostenuto da un Persip formidabile oltre che da Richard Wyands al piano e Art Davis al basso.

Letto per la prima volta un romanzo di Paula Fox, novantenne citata come punto di riferimento da Lethem e Franzen. "Cercando George" (Fazi) è un'analisi impietosa, amarissima, di certa piccola borghesia newyorkese, scritta con coltelli affilati. Uscito nel '67, ottimo!

CD che gira molto in questi giorni: Canada Day Octet (482 Music) di Harris Eisenstadt.

Neri Pollastri

Simone Graziano Quintet - In un agosto fiorentino torrido e deserto come al centro dell'Africa, domenica 25 ci ha portato prima l'unico temporale ristoratore e poi il concerto - privato, nel giardino di Palazzo Guicciardini, dieci metri da Piazza Pitti - del quintetto "americano" di Simone Graziano. Entrambdi sono stati una vera boccata di ossigeno. Graziano è un eccellente pianista e compositore fiorentino, formazione classica, jazz nel cuore e coraggio da vendere. Dopo un bel disco in trio, Lightwalls, e l'impegnativo settetto Massa Critica, ha messo in piedi un supergruppo nel quale, accanto a una ritmica giovane ma di conclamate qualità - Gabriele Evangelista al contrabbasso e Stefano Tamborrino alla batteria - trovano posto il contralto di David Binney e il tenore di Chris Speed. Quest'ultimo era assente, ben sostituito da Dan Kinzelman, nel concerto fiorentino, ma figura nel disco che il quintetto ha appena registrato, che è in uscita nei prossimi mesi (etichetta ancora supersegreta) e del quale è stato offerta in anteprima assoluta ai presenti una pre-edizione di cinque brani (su undici) che hanno mostrato una musica viva e fortemente strutturata, dai forti e costanti mutamenti di dinamica e di tempi, che tiene conto di quanto si va sviluppando oltreoceano. In particolare, ha impressionato il modo in cui convivono scrittura e struttura orchestrale da un lato, improvvisazione e solismo dall'altro: i frequenti pedali sostenuti dal piano e dalla ritmica contrastano virtuosamente con gli assolo dei due sassofoni, con il contralto di Binney in alcuni casi davvero superbo nel far lievitare la tensione attraverso un crescendo dinamico non privo di afflato narrativo.

Bravi tutti, inclusa la famiglia Guicciardini, che ha colto una bella occasione per rimediare al vuoto organizzativo di questi tempi di crisi (e d'indifferenza). Attendiamo con trepidazione l'uscita del disco e, nel frattempo, riascoltiamo con piacere l'anteprima!

Body and Soul, Radio3 - È ormai un classico estivo la trasmissione di Pino Saulo su Radio 3, ma quest'anno aveva una forma assai coinvolgente: vere e proprio "lezioni di jazz" di cinquanta minuti, ciascuna dedicata a un Maestro, condotte da Stefano Zenni, il sabato, e da Claudio Sessa, la domenica - sempre alle 14. In agosto le lezioni su Monk, Tristano, Parker e Bill Evans sono state particolarmente appassionanti. E hanno accompagnato chi, nel caldo cittadino, faticava a trovare proposte dal vivo. Per chi le avesse perse, sono scaricabili dal podcast della trasmissione a questo indirizzo, assieme alle puntate degli anni scorsi.

Jazz in un giorno d'estate, Radio Popolare - Anche l'emittente milanese Radio Popolare ha cercato di assicurare agli appassionati di jazz un po' di refrigerio musicale, trasmettendo tutte le sere feriali, alle 20,30, questa trasmissione di Marcello Lorrai dedicata allo storico festival di Newport - come si comprende dal titolo, che riprende quello di un film sull'edizione del 1958 della rassegna. Mezz'ora per sera, per ripercorrere la storia del festival, che è un po' anche la storia del jazz moderno. Con serate dedicate ad alcuni dei suoi protagonisti: ricorrente Monk, toccante l'ultima esibizione di Scott La Faro (con Stan Getz), istruttive alcune presenze decisamente fuori contesto, lì a ricordarci che i cedimenti al mercato e alle mode non sono solo un'invenzione degli organizzatori italiani contemporanei...

Bella anche questa iniziativa (Radio Popolare si ascolta in network in molte zone d'Italia, e poi ormai c'è l'ascolto via Internet!), viene da rimpiangere che non sia sempre estate,

Luigi Santosuosso

La scoperta della straripante dimensione 'live' di una delle leggende di New Orleans (ma trasferitosi a New York dopo la devastazione dell'uragano Katarina). Henry Butler. Musicalità, comunicativa, potenza, fraseggio, eleganza e fantasia sconfinata nel reinterpretare classici jazz, ragtime e blues. Il tutto sotto lo sguardo compiaciuto e ammirato di Steve Bernstein e dei musicisti della sua Millenial Territory Orchestra che lo hanno invitato per una serie di concerti allo jazz standard.

Tra un'olimpiade e un'altra passano 4 anni... A volte ci vuole lo stesso numero di anni per riuscire a comprare una perla a lungo attesa di uno dei miti personali, Wazoo di Frank Zappa, il live bostoniano del periodo Grand Wazoo... Quando accade non ci si può che pentire di aver atteso troppo a lungo... mentre - allo stesso tempo - ci si gode l'ascolto.

Foto di Alberto Bazzurro (Schiaffini) e Claudio Casanova (Threadgill).

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