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Evan Parker - Derek Bailey - Han Bennink: The Topography of the Lungs

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Evan Parker - Derek Bailey - Han Bennink: The Topography of  the Lungs
Quando un disco di musica radicale considerato "storico" - per le ragioni più diverse - e rimasto a lungo inaccessibile alla maggior parte degli ascoltatori viene finalmente ristampato, le reazioni sono, come prevedibile, abbastanza disparate: i fans irriducibili non ci penseranno nemmeno per sogno a smettere di santificare l'oggetto dei loro desideri, qualche animo più disincantato non mancherà di evidenziarne i lati negativi, forse molti lo ascolteranno una, due volte e poi via nello scaffale a fare compagnia a fratelli più famosi [ma ugualmente "poco ascoltati"] come Ascension o Free Jazz.

L'attesa ristampa di The Topography of the Lungs di Evan Parker, Derek Bailey e Han Bennink ha un po' tutte le carte in regola per rientrare nel nostro quadretto! Primissimo vinile sfornato in numero limitato di copie nel 1970 dalla nascente Incus - la prima etichetta inglese ad essere direttamente controllata da tre musicisti, Parker, Bailey e Tony Oxley - e rapidamente diventato pepita d'oro per i collezionisti, il disco non ha beneficiato nemmeno dell'avvento del CD! Le divergenze tra Parker e Bailey degli anni Ottanta infatti, che portarono all'uscita del sassofonista dall'etichetta con tutte le sue belle registrazioni sottobraccio, portavano tra le clausole del divorzio quella di non ristampare il mitico "numero 1" fino a che Bailey fosse rimasto alla guida dell'etichetta.

Come gli appassionati di musica ben sanno, è stato un Santa Claus nerovestito quello che lo scorso Natale ha portato via per sempre il geniale chitarrista e questa circostanza ha se non altro sciolto il vincolo: Evan Parker ha così ristampato The Topography of the Lungs per la sua etichetta PSI [in mancanza di master originale, i cari vecchi vinili giapponesi vanno più che bene!], con l'aggiunta di due brevi inediti.

Buoni da una parte, cattivi dall'altra, subito! I primi si commuoveranno per la dedica "In Memoriam Derek Bailey" che campeggia sulla back sleeve del CD, i secondi non tratterranno un sarcastico appunto sul fatto che quello che era un disco a nome di tutti e tre [la riproduzione della copertina originale all'interno del booklet non mente, la musica ancor meno!] diventi ora un CD a nome del solo Evan Parker. Uno pari, palla al centro!

È ora di ascoltare la musica e si viene subito accolti dai quasi ventun minuti di "Titan Moon", quella che si potrebbe chiamare una suite, ma che in realtà si sviluppa per frammenti giustapposti, con i tre artisti che mettono in moto, una dopo l'altra, le loro strategie improvvisative: dagli scoppiettii di partenza al febbrile finale si snodano tracce sonore che si allontanano dal movimento pulsivo per poi tornarvi quasi per gravitazione, scomponendolo, ridefinendolo, continuando a evocarlo nello stesso negarlo.

In quello che era il "secondo lato" dell'Lp troviamo poi la convulsa dedica agli amici e colleghi tedeschi "For Peter B. & Peter K.", la più sfrangiata "Fixed Elsewhere" e la sorprendente "Dogmeat", tra le cose più belle e anticipatorie del disco con quel finissimo gioco ritmico tra la chitarra e la batteria. I due inediti poco aggiungono al disegno collettivo, tanto più che ormai gli ascoltatori hanno oramai trentacinque anni in più di conoscenza del lavoro di tutti e tre sulle spalle.

Delusione? Capolavoro ritrovato? Il buon senso vorrebbe che ci si collocasse in una zona di mezzo tra queste due reazioni, dal momento che all'interno di uno sguardo più ampio The Topography of the Lungs si colloca come un ottimo disco cui lo status di mito è derivato da circostanze extra-musicali.

Forse il fare un'analisi obbiettiva, ragionevole, amorevolemente distaccata, è proprio il peggior torto che si possa rendere a questa musica e ai suoi artefici: in primis Bailey, non solo per il rispetto umano, ma perché proprio qui nelle sfrangiature della sua chitarra troviamo il non/lessico del suo processo creativo. Ma anche Bennink, che sfodera in gran parte del disco una propulsione irriverente e magnetica e lo stesso Parker, che da questa informalità troverà gli spunti per costruire lo stupefacente universo sonoro che gli conosciamo.

Ma soprattutto è la stessa forza di questa musica, il suo strappo linguistico, la sua natura eversiva [compiuta o meno], che non avrebbe voluto allora e nemmeno oggi può volere essere incasellata: né nel mito, né nel disincanto: se ci pensiamo bene, a più di trentacinque anni di distanza, ancora oggi la maggioranza delle persone prova un evidente fastidio all'ascolto di questa musica... e di quelle poche che lo ascoltano non per tutte è facile sfuggire alla intellettualistica tentazione di un'approvazione aprioristica.

È musica che ci parla di noi, del disordine, del cercare, suoni dolorosi, suoni che tagliano, suoni che non potranno né dovranno mai trovare pace, perché sfuggono come serpi incandescenti ogni qual volta le vogliamo fermare e stringere forte a noi!

Track Listing

01. Titan Moon - 20:45; 02. For Peter B. & Peter K. - 4:35; 03. Fixed Elsewhere - 5:05; 04. Dogmeat - 12:17; 05. Founded Elsewhere I - 4:40; 06. Founded Elsewhere II - 4:52

Personnel

Evan Parker
saxophone, soprano

Evan Parker (sassofoni); Derek Bailey (chitarra); Han Bennink (percussioni)

Album information

Title: The Topography of the Lungs | Year Released: 2006 | Record Label: Psi

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