Bart Quartier Quintet: Thank You

Per il suo primo disco da leader, la formula ed il percorso praticati sembrano ricalcare a prima vista quelli del fortunato quintetto hollandiano degli anni ’90. Brani ariosi e di ampio respiro; spazio sonoro fluttuante nei ritmi e nelle melodie; grande attenzione per una pulsazione ricca di intrecci ed impasti timbrici. Sono le caratteristiche principali di questo bel disco, che riunisce alcuni dei più valenti esponenti del jazz belga di oggi.

Un tappeto sonoro in bilico tra il forte impatto ritmico ed il disegno contrappuntistico informa i brani originali in scaletta. Lo distingue dal modello di riferimento una spiccata rarefazione del mainstream di base, con un approccio più lirico e disteso.

E come ciliegina sulla torta, la lucida capacità arrangiativa del leader, che si dimostra qui valente armonizzatore di suoni, oltre che solista raffinato ed incisivo. Piace anche il brillante suono di insieme, volto per lo più ad esaltare un gustoso gioco di intrecci ad incastro tra le bacchette del leader e la strepitosa front-line.

Cinque musicisti in forma smagliante e tutti da scoprire in Italia, ancorché accumunati da una visione musicale ampia e rigorosa. Su tutti si stagliano due autentici fuoriclasse del proprio strumento: Nico Shepers e Bart Defoort, impegnati rispettivamente alla tromba e sax. Non è da meno il composito fraseggio del leader, che armonizza al meglio le potenzialità melodiche con quelle ritmiche del proprio strumento.

Il suo è un disco meritevole di essere segnalato all’attenzione del pubblico italiano. Un’opera meditata a lungo, che sembra rispondere più alle ragioni del cuore che a quelle delle tasche. Colpisce favorevolmente anche la fantasiosa esplorazione delle varie combinazioni timbriche tra fiati, vibrafono, contrabbasso e batteria.

Comments