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Stefano Di Battista Quartet "Trouble Shootin'"

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Festival Jazz di Manerbio - 08.11.2007

Il consueto appuntamento autunnale con il festival Jazz di Manerbio (Brescia) ha avuto inizio giovedì 8 novembre con un’attesa esibizione, la seconda in assoluto dopo il concerto tenutosi a Roma la sera precedente. Stiamo parlando del concerto del quartetto di Stefano Di Battista che presentava “live” la sua ultima fatica per l’etichetta Blue Note, dal titolo Trouble Shootin’.

Rispetto al disco, registrato a Parigi in un unico giorno sotto la direzione del famoso produttore Michael Cuscuna, erano presenti quattro quinti del nucleo base dei musicisti coinvolti nel progetto, vale a dire Fabrizio Bosso alla tromba, Baptiste Trotignon all’Hammond B3, Eric Harland alla batteria e il leader al sax alto e soprano.

E’ stata praticamente la prova generale della tournèe che porterà in giro per l’Europa questa formazione, e quindi si può perdonare qualche piccola imperfezione, a partire dalla durata del set, poco più di settanta minuti, dove c’è stato spazio per sette delle undici composizioni del sopracitato disco.

L’atmosfera che si respirava era assolutamente soul jazz, proprio il genere caro alla Blue Note degli anni sessanta, e non è un caso che le tre cover scelte da Di Battista nel CD, che si integrano con tutti gli altri brani scritti dal sassofonista romano, appartengano a tre superstar del genere, come Bobby Timmons, Kenny Burrell e Horace Silver. Di quest’ultimo è stata riletta con efficacia “The Jody Grind”, che seguiva l’iniziale “Weather or Not”, due composizioni che hanno esaltato l’interplay fra i due fiatisti.

Molto ricercati i temi delle ballad, come “Under Her Spell” e “I Will Love You” con Di Battista al soprano e Bosso con sordina, ma il meglio lo hanno dato con i brani più ritmati, come “Trouble Shootin’” decisamente funky, con un pregevole solo di batteria di Harland e con “Essaouira”, ispirata da un viaggio in Marocco.

Trotignon ha solo dato un po’ di colore, ci aspettavamo qualche intervento più deciso, mentre Harland ha svolto egregiamente il suo compito. Dei due front man non c’è molto da aggiungere, ormai sono nell’olimpo del jazz europeo e la loro bravura è riconosciuta anche oltreoceano.

Forse se ci fosse stata come nel disco anche la parte chitarristica, il tutto avrebbe acquistato una dimensione con più groove, ma lasciamo al gruppo il tempo del rodaggio live.

Simpatico il finale a sorpresa con l’arrivo sul palco di una torta, per festeggiare il compleanno di Eric Harland, che ringraziava felicemente con il coro di tutto il teatro che intonava “Tanti auguri a te”

Foto di Danilo Codazzi Altre immagini tratte da questo concerto sono disponibili nella galleria immagini

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