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The Thirteenth Assembly: Station Direct

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The Thirteenth Assembly: Station Direct
«Where Is Brooklyn?», si chiedeva Don Cherry a metà degli anni Sessanta. Quasi mezzo secolo dopo, alla luce della nuova geografia musicale, dove sia Brooklyn non è più un mistero: esattamente al centro del jazz. È al di là dell'East River che si produce uno dei migliori "modern mainstream" del pianeta, distillato con amorevole cura da una comunità di improvvisatori che, pur nella miriade di sfaccettature, ha costruito e circoscritto una propria, precisa identità.

E come in tutte le comunità artistiche, secondo leggi molto simili a quelle della chimica, a fare la differenza sono la quantità e la qualità dei legami.

Di vecchia data quelli che annodano i destini di Taylor Ho Bynum, Mary Halvorson, Jessica Pavone e Tomas Fujiwara nel quartetto The Thirteenth Assembly. Due i dischi all'attivo, entrambi usciti su Important Records (la stessa etichetta dei giapponesi Acid Mothers Temple e dei Master Musicians of Bukkake): l'omonimo esordio, pubblicato nel 2007, e Station Direct, dato alle stampe più di un anno fa ma passato quasi inosservato. Una colpevole distrazione alla quale si pone rimedio con altrettanto colpevole ritardo. Ma, come suggerisce l'antico adagio, meglio tardi che mai. L'importante è che passi il messaggio: gran disco, grandissimo quartetto; tra le migliori formazioni che possa offrire, oggi come oggi, la nuova Brooklyn.

Non manca niente: idee, freschezza, urgenza; il rigore delle strutture e quattro inconfondibili voci. Fin dagli incastri cervellotici dell'iniziale "Nosedive" si viaggia su livelli altissimi: la viola espone il tema, una scala discendente di quattro note; la batteria e la chitarra introducono lo schema ritmico; la cornetta risponde con un ficcante contrappunto, al quale presto si unisce la viola. Il brano corre sul filo del deragliamento, lasciando sempre e comunque una traccia da seguire. È il jazz alla maniera di Brooklyn: comporre, scomporre e ricomporre. Le strutture esistono per essere sottoposte a tensioni, per verificarne la tenuta e le capacità mimetiche. Ascoltare, per credere, il finale di "Long Road": ai nove minuti e mezzo la cornetta se ne viene fuori con un temino caraibico, subito assecondata dal resto della band. Un'imboscata che strappa un largo sorriso, prima che la batteria faccia calare il sipario all'insegna della frenesia.

Certo, poi ci sono anche gli assoli. Entusiasmante, per imprevedibilità dello sviluppo, quello della Halvorson in coda a "Coming Up"; prezioso, per intelligenza ed efficacia, quello di Ho Bynum in "Station". Anche se alla fine del viaggio restano soprattutto i colori e le architetture.

Riempitevi gli occhi (e le orecchie).

Visita i siti di Jessica Pavone, Mary Halvorson, Taylor Ho Bynum e Tomas Fujiwara.

Track Listing

1. Nosedive (Halvorson) - 3:54; 2. Coming Up (Pavone) - 9:24; 3. Randall Clasper (Fujiwara) - 3:08; 4. Prosthetic Chorizo (Fujiwara) - 6:37; 5. Long Road (Ho Bynum) - 13:29; 6. Station (Halvorson) - 3:46; 7. Direct (Pavone) - 4:29.

Personnel

Jessica Pavone (viola); Mary Halvorson (chitarra elettrica); Taylor Ho Bynum (cornetta); Tomas Fujiwara (batteria).

Album information

Title: Station Direct | Year Released: 2012

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