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Rollerball

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Area Sismica - Forlì - 4.10.2008

E' iniziata con questo concerto dei Rollerball la stagione concertistica 2008/2009 dell'Area Sismica di Forlì. Il gruppo fa parte del collettivo musicale/etichetta discografica El Gallo Rojo, una delle realtà che ben rappresentano la vitalità, lo spirito d'indipendenza e la volontà di superare le barriere di genere e stilistiche che caratterizzano la nuova generazione del jazz italiano.

Leggiamo dal loro sito: “Rollerball è il primo motore a combustione umana costituito da cinque semplicissimi pistoni, tutti fabbricati in diverse aree geografiche italiane. [...] è un meccanismo che produce suoni fragorosi, roboanti, indistinti.”

Ed è un motore grintoso, progettato per prendere facilmente la “coppia”, per girare ad alta velocità e per “tirare”; insomma, pensato per chi ama premere sul'acceleratore, non certo per chi predilige una guida rilassata.

E appunto come i pistoni di un motore, i cinque Rollerball fanno essenzialmente gioco di squadra: nonostante a tutti i membri nel corso del concerto siano stati lasciati spazi solistici anche solitari, l'enfasi è rivolta soprattutto sul suono collettivo, che punta sulla potenza granitica dell'insieme.

I sax di Piero Bittolo Bon e Beppe Scardino (quest'ultimo particolarmente vigoroso al baritono), richiamano tanto l'incandescente urgenza espressiva del free, quanto l'energia terrigna del rhythm'n'blues. Di rado infatti uno dei due sax viene lasciato solo dall'altro; spesso improvvisano insieme dando vita ad un magma sonoro, oppure si scambiano i ruoli di solista e accompagnatore, o ancora suonano in sezione riff rocciosi, che spesso costituiscono l'ossatura delle composizioni del gruppo. Così ad esempio in “Roketto Panchi”, sostenuta da un ostinato di due note incessanti del contrabbasso di Danilo Gallo, in cui i sax passano da fraseggi atonali a riff in stile r'n'b e e improvvisazioni concitate su un'incessante ritmica in 4/4.

Già, perché appunto come gli ingranaggi di un motore, anche i “pistoni” di Rollerball tendono a girare con moto circolare: i brani sono spesso basati su ostinati ossessivi della sezione ritmica, a cui si aggiungono i riff dei sax, di cui i temi veri e propri sono a volte una sorta di sviluppo, e che rimangono a far da sostegno anche alle improvvisazioni.

Il tutto viene inesorabilmente condotto verso un climax di saturazione energetica e sonora; una strategia compositiva che può ricordare quella dell'Otomo Yoshihide New Jazz Ensemble, anche se certamente senza la loro propensione a spingersi fino al parossismo. Paradigmatico in questo senso il pezzo conclusivo del concerto, “Self Service Toy”, col suo finale incandescente grazie anche alla chitarra di Enrico Terragnoli.

Oltre all'energia, in alcuni temi fa capolino anche una vena di humour e una certa propensione allo sberleffo, ad esempio in “Chain Reaction Machine”, una sorta di twist ipercinetico trascinato dalla batteria concitata di Massimiliano Sorrentini.

Con un album d'esordio uscito pochi mesi fa, La clinica del rasoio, i Rollerball sono una promessa per il jazz italiano.

Foto di Claudio Casanova.

Ulteriori immagini tratte da questo concerto sono disponibili nella galleria immagini.


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