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Roberto Negro

Quando ho scoperto La Sagra della Primavera di Igor Stravinsky, sono stato come travolto da un tram molto lungo e molto veloce.
Dare fondo, senso e forma alle composizioni, scritte ed improvvisate.
La qualità che desidero nei musicisti che suonano con me.
L'amore.
Come musicista, il momento in cui sono stato più felice.
Quando ho scoperto la "Sagra della Primavera" di Igor Stravinsky. Sono stato come travolto da un tram molto lungo e molto veloce.
Come musicista, il mio principale difetto.
La lentezza nel processo. Sono una persona lenta. E spesso in ritardo.
La mia più grande paura quando suono.
Non essere attraversato dalla giusta vibrazione e fare un concerto disincarnato.
Sogno di suonare.
Sempre con la stessa foga.
La mia fonte di ispirazione.
Quando la mente è leggera e spensierata e hai fame di musica, tutto diventa fonte d'ispirazione; è solo una questione di predisposizione, di appetito.
I miei musicisti preferiti.
Ovviamente vanno e vengono. Oggi, dando un rapida occhiata alla discoteca: Johnny Greenwood, Charles Ives, Gyorgy Ligeti, Arvo Part, Craig Taborn, Vinicio Capossela, Vladimir Horowitz.
I miei dischi da isola deserta.
E come li ascolto? Dopo un po' le pile del lettore cd finiscono... No, questa è una risposta troppo difficile da dare, comporterebbe troppe esclusioni. Passo.
La canzone che fischio sotto la doccia.
"Brava" di Mina.
I miei pittori preferiti.
Con il tempo le preferenze mutano. Oggi, facendo mente locale, direi Juan Mirò, Pierre Soulages, Caravaggio, Edward Hopper, Picasso.
I miei film preferiti.
Ovviamente va a periodi. Oggi, sorvolando velocemente la videoteca: "This Must Be the Place," "There Will Be Blood," "Man on the Moon," "I Tenenbaum," "Up" (della Pixar).
I miei scrittori preferiti.
Diciamo che è una situazione cangiante. Oggi, monitorando senza troppo impegno la libreria: Bernard Marie Koltès, Tomasi di Lampedusa, John Fante, Maylis de Kerangal, Erri de Luca, Pier Paolo Pasolini.
La mia occupazione preferita.
Prendere lezioni di ozio. Succede poco e ne ho sempre più gusto.
Il dono di natura che vorrei avere.
Dormire tre ore a notte ed ogni mattina dirmi "cacchio ho dormito un sacco stanotte, mi sento proprio riposato."
Nella musica, la cosa che detesto di più.
L'accademismo, il protagonismo, la tecnicità fine a se stessa, la seriosità (da distinguere ovviamente dalla serietà e dal serialismo)
Gli errori musicali che mi ispirano maggiore indulgenza.
Non so cosa sia un errore musicale, dato che sia nella composizione che nell'improvvisazione (altra modalità di composizione) un evento sonoro non previsto e non controllato può dare vita a magia. Come la scoperta della penicillina.
Il pezzo che vorrei venisse suonato al mio funerale.
Il "Requiem" di Gabriel Fauré, per una partenza in dolcezza e scioltezza.
Lo stato attuale della mia attività musicale.
Sempre attivo su tutti i fronti e pronto per nuove esperienze. Nel 2017 escono miei nuovi dischi:
Gennaio: Garibaldi Plop (con Sylvain Darrifourcq e Valentin Ceccaldi);
Maggio: Kimono (con Christophe Monniot, Stéphane Decolly e Adrien Chennebault);
Settembre: Dadada (con Emile Parisien e Michele Rabbia).
Il mio motto.
Chi non avanza indietreggia (Confucio). In realtà non ho nulla contro la marcia indietro, basta avere lo specchietto pulito e non farsi venire il torcicollo.
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