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Rita Marcotulli "In Between"
ByA poche ore dal concerto al Parco della Musica di Roma abbiamo avuto modo di contattare Rita Marcotulli, che ci ha introdotto al suo progetto In Between: «Questo gruppo, nel quale c'era anche Nils Petter Molvær, aveva già suonato alcuni anni fa al Festival di Roccella Jonica. Poi ognuno di noi ha avuto diversi impegni, fino a quando ci hanno invitato in Germania a fare la recente tournée. Siamo di ritorno da questo giro e stasera ci esibiremo a Roma. C'è l'idea comune di incidere insieme e di lavorare con questo gruppo. Sono musicisti con i quali collaboro da tempo; con Andy Sheppard abbiamo fatto diverse cose, in duo, in quartetto; spesso Nguyên Lê mi ha invitato a unirmi ai suoi progetti a Parigi. Poi ci sono Marilyn Mazur - che si porta dietro il background delle mie esperienze in Scandinavia - e Gabriele Evangelista, che stasera sostiutirà Anders Jormin: l'ho scelto perché è altrettanto bravo e poi perché bisogna dare spazio ai musicisti giovani. È un gruppo con diverse derivazioni stilistiche e culturali. Suoneremo mie composizioni, ma anche di Marilyn e di Nguyen. Si tratta ancora di un work in progress; ci siamo dati l'obiettivo di lavorare su questo materiale il prossimo anno, perché abbiamo l'intenzione di incidere. Per ora siamo molto contenti di suonare tutti insieme».
Sul palco si è assistito a un incontro tra musicisti eccezionali, affiatati e capaci di esprimersi mettendo a disposizione degli altri le proprie concezioni musicali. L'estetica della pianista romana ha sempre avuto bisogno di confrontarsi con influenze esterne, e il concerto capitolino, di fronte a un pubblico attento (da segnalare tra i presenti anche Rocco Papaleo, leggi reciproca stima a seguito della riuscita soundtrack di Basilicata Coast to Coast) e voglioso di ascoltare le delizie pianistiche della Marcotulli, ne è stata l'ennesima riprova. Sul palco il quintetto si muove come un animale che cambia continuamente pelle: bastano pochi minuti per essere travolti dai colori e timbri dell'iniziale "Element"; c'è la classica "La strada invisibile" a riportare il tutto in un discorso di coerenza melodica dal grande fascino; ci sono i passaggi firmati da Lê a rendere il percorso magnificamente labirintico, meno accessibile e fascinosamente controverso. Ci si perde volentieri tra le maglie musicali di In Between, territorio dove trovano spazio anche le bizzarie ritmiche di Marilyn Mazur, circondata da piatti di ogni misura e campanellini con il quali crea effetti e situazioni surreali, e nel quale si inserisce con grande feeling Gabriele Evangelista, che sembra "vivere" con estrema intensità ogni nota, ogni frammento della musica emessa dagli altri protagonisti. Capitolo a parte per Sheppard, autentico fuoriclasse in grado con il soprano di dialogare con Lê - e alternarsi al suo modo felino di muoversi sulla chitarra -, e di emettere un timbro corposo e carico di densità emotiva al tenore.
Non c'è un vero e proprio leader a dettare le direzioni da intraprendere; certo è che quando Rita Marcotulli si ritaglia al pianoforte alcuni angoli di primo piano l'attenzione non può che spostarsi su di lei, sul suo modo di condurre la melodia in territori scoscesi, in curve tematiche improvvisate che poi - come per incanto - riportano al nocciolo della questione da vie alternative. Grande sensibilità, mai banale, la si potrebbe ascoltare all'infinito senza mai cedere il fianco alla distrazione. La band dà in effetti la sensazione di essere un'idea ancora da definire, nelle forme e nella cifra espressiva. Non possiamo dunque prevedere, per esempio, quanto spazio verrà dato ai tappeti elettronici prodotti dalle tastiere della Marcotulli, quanto sarà messa in risalto la vena solista di Lê e altri aspetti che saranno definiti nel tempo, ma per ora qualsiasi brano si metta in campo sono le ottime e diverse qualità stilistiche dei singoli a renderlo unico e prezioso.
Applausi, ritorno sul palco per un paio di bis e ce ne andiamo con in mente una bella performance, attendendo con curiosità gli sviluppi futuri di questa interessante creatura.
Foto, di repertorio, di Antonio Baiano.
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