Tribe: Rebirth

I Tribe nascono nel 1971, collettivo nel cuore della Detroit nera, dell'urgenza che va oltre la musica, del jazz che cambia e che scende nella giungla urbana più elettrica e estatica che mai: protagonisti il trombone di Phil Ranelin [riscoperto qualche anno fa dall'etichetta Hefty con una manciata di splendide ristampe e una strepitosa raccolta di remix], il sax di Wendell Harrison, la tromba di Marcus Belgrave e molti altri, animati da un forte spirito comunitario e da un'innata energia funk, di quelle che non hanno faticato a fare breccia nelle generazioni di hip-hoppers.

Nel 2007, sotto l'acuto sguardo produttivo di un mito della techno [e non solo] di Detroit come Carl Craig, eccoli ritornare, come ai vecchi tempi - c'è anche il batterista Doug Hammond - e come ai nuovi tempi, affiancati dai nomi più in vista dell'obliqua scena soul-jazz-tronica cittadina, gente come Amp Fiddler o Kareem Riggins, per intendersi.

Anche il repertorio di questo nuovo Rebirth si muove tra passato e presente, riprendendo classici come "Vibes from the Tribe" di Ranelin e accostandoli a cose nuove come "Livin' in a New Day," che era apparso come singolo alla fine del 2007. Il risultato? Come spesso accade in queste occasioni e con un genere musicale come questo, la qualità è alta, anche se la mancanza di urgenza espressiva è piuttosto evidente e ornate da qualche, pur energica, gigionata.

Comunque gradevole!

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