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Punkt@The Manzoni
ByTeatro Manzoni - Milano - 20.01.2013
Punkt è un festival norvegese di musica elettronica, incentrato soprattutto sui live remix. Animatori di Punkt sono Jan Bang e Erik Honoré, che in un periodo relativamente breve hanno saputo far crescere e sviluppare il festival, nato nel 2005, anche a livello internazionale. Per dire: l'attuale direttore artistico di Punkt è un certo Brian Eno.
Tra gli elementi chiave del festival c'è la collaborazione con mondi estranei a quello della musica elettronica propriamente detta. Peraltro, in Norvegia il confine tra sperimentazione elettronica ed altri generi musicali, in particolare il jazz, è molto labile. Basti pensare agli echi elettronici del cosiddetto Ny Jazz, il Nuovo Jazz norvegese di cui si parla ormai da oltre un decennio e quindi non è nemmeno tanto più nuovo.
Sebbene sulla carta l'estetica di un festival come il Punkt e l'universo jazzistico sembrerebbero avere poco in comune, in realtà un contatto, una collaborazione tra questi due mondi è dunque meno stravagante di quanto si potrebbe pensare.
A Milano, Bang e Honoré erano accompagnati da due tra i maggiori protagonisti di quel jazz nordico di cui sopra, il trombettista Arve Henriksen e il chitarrista Eivind Aarset, e dal batterista Hamid Drake, ovvero un esponente di quel percorso afroamericano che gravita intorno all'AACM. Un mix di stili e sensibilità che avrebbe potuto dare vita a sviluppi molto intriganti.
Il concerto, tuttavia, si è svolto secondo un canovaccio piuttosto prevedibile. Un continuo oscillare tra lunghe elaborazioni sonore, che gradualmente prendevano forma per dare vita a ostinati pedali, i quali a loro volta sfociavano in un rumorismo che riattivava la fase di elaborazione sonora. Nella buona sostanza, ci è sembrato che la componente jazzistica del quintetto non abbia stimolato adeguatamente Bang e Honoré facendo mancare - per usare una formula abusata ma efficace - la ricerca di un terreno espressivo comune e in qualche modo equidistante dalla comfort zone di ciascuno dei componenti dell'organico.
Ad onor del vero, Henriksen ci ha quantomeno provato - sia pure con esiti alterni - proponendo echi di Miles Davis, frammenti popolari nordici, canti dai profumi mediorientali. Meno incisivi, invece, Hamid Drake ed Eivind Aarset. Il primo, forse condizionato dall'abbondanza di elettronica presente sul palco, era rigidamente metronomico e si è accontentato di qualche occasionale poliritmia. Molto in ombra Aarset, il cui apporto ci è sembrato appiattito e perfettamente sovrapponibile a quello di Bang e Honoré.
Il concerto si è dunque svolto secondo stretta osservanza dei canoni live remix. Il genere, lo confessiamo, spesso ci annoia profondamente. Musica ripetitiva, dilatata, tendenzialmente monocorde. Questa matinée milanese, al netto di rari frammenti, non ha fatto eccezione. La sovrabbondanza di talento presente sul palco lasciava sperare in qualcosa di più.
Foto di Roberto Cifarelli.
Altre immagini di questo concerto sono disponibili nella galleria ad esso dedicata.
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