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Albert Van Veenendaal: Predictable Point of Impact

Albert Van Veenendaal: Predictable Point of Impact
Si discuteva a proposito dell’ultimo lavoro di Roscoe Mitchell (Composition/Improvisation Nos. 1, 2 & 3) dell’eterna diatriba sull’incontro/scontro tra composizione ed improvvisazione. Si argomentava, a ragion veduta, che buona parte degli esiti migliori della musica creativa di questa fine/inizio millennio siano scaturiti proprio da feconde ed inedite collisioni tra la monolitica persistenza della pagina scritta e l’inequivocabile estemporaneità dell’improvvisazione.

Sarebbe davvero interessante sentire cosa ne pensa un musicista a tutto tondo come Albert Van Veenendaal (recentemente ascoltato in duo con il nostro Fabrizio Puglisi nel bellissimo Duets for Prepared Unprepared and Toy Pianos). Fondatore dell’etichetta Evil Rabbit, autore di partiture per opere teatrali e spettacoli di danza, interprete apprezzato del repertorio contemporaneo, sperimentatore indefesso, nonché funambolico improvvisatore, il pianista olandese è personaggio paradigmatico da questo punto di vista.

D’altro canto, senza tirare in ballo il fantomatico genius loci latino, la nazionalità del nostro è già di per sé indice di un quoziente elevato di imprevedibilità, di una dirompente resistenza a lasciarsi incasellare e di un certo gusto per l’assurdo. Garantiscono per lui personaggi del calibro di Willem Breuker e Misha Mengelberg, paladini riconosciuti della musica senza steccati e fautori di alcune delle contaminazioni più riuscite fra la rigidità senza tempo delle forme e l’eterno presente dell’improvvisazione.

E, proprio partendo dal paradosso dialettico della composizione istantanea coniato da Mengelberg, si può tentare un timido approccio alle dinamiche essenziali del sorprendente Predictable Point of Impact. Già, perchè la sensazione è giusto quella di una rigorosa partitura che prende vita solamente ed esattamente nell’istante in cui la si ascolta.

In un equilibrio irresistibilmente instabile e precario, le dieci tracce alternano, sovrappongono ed intrecciano passaggi rigidamente e magistralmente strutturati a lucidissimi squarci di anarchia, cervellotiche giustapposizioni ritmico-armoniche a lampi di abbacinante musicalità, suggestioni inconfondibilmente accademiche ad inattese esplosioni jazz. Il tutto senza ricorrere a cesure nette, comparti stagni o prevedibili concatenazioni. Insomma, improvvisazione e composizione si compenetrano, si confondono e rincorrono in un gioco appagante di rimandi e riflessi, richiami e riverberi.

Nel calderone ribollente allestito da Veenendaal e soci spiccano l’ossessiva “Happy Hour”, la concitata “Posthume verleumdung” (nella quale convivono con disarmante genuinità un irresistibile crescendo ed un morboso valzerino) e la languida “Papperlapapp” (impreziosita da una suggestiva introduzione e da improvvise esplosioni dissonanti).

Inutile aggiungere che il fenomenale bassista Meinrad Kneer (qui rappresentato anche in veste di autore) e l’eclettico batterista Yonga Sun si muovono su un piano di assoluta parità con il leader. Il gruppo respira all’unisono, in totale assenza di posizioni dominanti e gerarchie costringenti.

Che l’antica formula del piano trio abbia nuovamente trovato il modo di rinascere dalle proprie ceneri?

Track Listing

1. Happy Hour (Kneer) - 6:34; 2. Posthume verleumdung (Kneer) - 5:25; 3. Alex the Woitec Guy (Veenendaal) - 7:22; 4. Easy Uneasy (Kneer) - 5:12; 5. As Cucumbers (Kneer) - 6:10; 6. Dance To Sing Strangely With (Veenendaal) - 4:26; 7. Wolf Hunt (Kneer) - 7:21; 8. Lonely Weekend (Kneer) - 6:07; 9. Predictable Point of Impact (Veenendaal) - 6:33; 10. Papperlapapp (Veenendaal) - 7:13.

Personnel

Albert Van Veenendaal (piano, piano preparato); Meinrad Kneer (contrabbasso); Yonga Sun (batteria, piccoli oggetti).

Album information

Title: Predictable Point of Impact | Year Released: 2007

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