Home » Articoli » Live Review » Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura - Mistico Mediterraneo
Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura - Mistico Mediterraneo
ByGran bel concerto in una gran bella location, quello che ha aperto la rassegna La Sabbia del Tempo, a cura dell'Accademia San Felice: Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura nel cortile del Bargello di Firenze, trecentesco palazzo sede di uno dei più bei musei della città.
Il duo si presentava sotto l'insegna di Mistico Mediterraneo, titolo del lavoro con il gruppo vocale A Filetta uscito lo scorso anno per la ECM, ma in realtà di quel progetto restava solo la loro intesa e un paio di brani assai rivisti.
Un Fresu quasi commosso ha esordito dicendo di essere al rientro dopo una brutta infezione polmonare che gli aveva impedito di toccare la tromba per oltre un mese. Se non l'avesse detto ben pochi avrebbero potuto accorgersene dalla sua prestazione, condita anche da alcuni passaggi in respirazione continua.
Il programma era piuttosto vario, includendo brani di Fresu e altri di Di Bonaventura: splendido quello tratto dal suo Sine Nomine e presente anche in Mistico mediterraneo, che con la sua suggestiva sacralità si è avvalso della magica ambientazione e del girovagare di Fresu per le logge della corte, alla ricerca di riverberi, eco e sonorità particolari. Ma anche uno splendido brano uruguaiano di stile saluzziano, nel quale Di Bonaventura ha potuto mettere in mostra la sua maestria al bandoneon, e diversi standard.
Proprio questi ultimi hanno dato la misura dell'intesa dei due musicisti e della direzione tutt'altro che routinaria della loro ricerca. Niente è infatti più facile che cadere nella trappola del "bello," che conduce irrimediabilmente al banale, che suonare standard in duo, ancor più quando hai davanti un pubblico (eccezionalmente fitto, tra l'altro in una serata calcistica nazionale) pronto ad acclamarti (al termine Fresu aveva la coda di persone che chiedevano di autografare i suoi dischi appena usciti con una nota rivista). Niente di tutto ciò: anche gli standard funzionavano benissimo, aprendo scenari originali e suggestivi, ripresentandosi in forme nuove. Grazie certo anche al fatto che il bandoneon non è strumento che si presti all'ovvio, ma anche all'intesa e all'intenzione dei due musicisti.
Nei due bis, una bellissima versione di "Fellini," che Fresu ha ricordato di aver scritto in treno tra Firenze e Bologna subito dopo aver ricevuto la notizia della morte del Maestro. Per l'occasione e per sfruttare la particolarità del luogo, i due si sono posti alle diverse estremità della corte loggiata, producendo sia una "naturale" stereofonia, sia un suggestivo effetto sonoro dato dai riverberi dell'intera corte. Uno spettacolo non previsto, assi riuscito e molto gradito dagli spettatori. Perfetta conclusione per una serata perfetta.
< Previous
Twelve
Next >
Live @ The Loft