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Eskelin - Alcorn - Formanek: Mirage
Mirage dà appunto questa impressione, evidenziando una certa divergenza di approccio fra i membri del trio. La pronuncia del sax e del contrabbasso (le loro sonorità, i fraseggi, la stessa concezione musicale e il retaggio culturale di appartenenza) risulta densa e terrena, dall'eloquio dialogante, di una concretezza jazzistica. Al contrario le evoluzioni della pedal steel guitar della Alcorn, esponente ben nota del mondo della sperimentazione di origine folk e blues, suonano più astratte, evanescenti e allucinate, per lo più estranee o tangenziali al contesto tracciato dai due partner, rischiando a volte di banalizzarlo.
Questo capita soprattutto nei brani iniziali; in seguito l'interplay migliora, generando una certa unitarietà d'intenti. In "Refraction," per esempio, si integrano le sospese linee esposte dal dialogo fra sax e chitarra; nel lungo "Downburst" si articola una sorta di suite, forse un po' troppo protratta con i suoi 27 minuti, ma coerente e movimentata pur essendo giocata prevalentemente su toni meditabondi. "Mirage" sancisce un traguardo del percorso nel segno di una contemplazione introversa, che origina un'atmosfera misteriosa e inquietante.
Visita i siti di Ellery Eskelin, Susan Alcorn e Michael Formanek.
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