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Il Martin Tingvall Trio a Correggio Jazz

Courtesy Tiziano Ghidorsi
Teatro Asioli
Correggio JazzCrossroads Jazz Festival
Correggio (RE)
24.5.24
Il secondo appuntamento del week-end al Teatro Asioli per Correggio Jazz, all'interno del festival Crossroads, ha visto di scena il piano trio di Martin Tingvall, muscista di origini svedesi e di formazione classica affiancato da Omar Rodriguez Calvo al contrabbasso e Jürgen Spiegel alla batteria.
Il gruppo è basato in Germania, ad Amburgo, ed ha celebrato quest'anno i 20 anni di esistenza, senza mai aver cambiato membri. A sugello di questo importante traguardo è il nono album, Birds, dal quale sono stati eseguiti diversi pezzi tutti a firma del leader. Come si intuisce dal titolo del disco, la fonte di ispirazione sono i nostri amici volatili, come per il brano di apertura"Woodpecker"nel quale piano e contrabbasso sono in evidenza eseguendo un motivo ripetuto mentre il brano evolve con Omar Rodriguez Calvo che segue un sentiero diverso rispetto a quello del piano ondeggiante di Tingvall.
Martin Tingvall propone una interpretazione molto personale della formula del piano trio. Sobrietà scandinava, piuttosto che fluire continuo e sovrabbondante di idee ed emozioni, che, combinata con il contributo del contrabbassista cubano e del batterista tedesco, ci porta al confine tra jazz, musica classica e "d'ambiente." Più che alle complicate costruzioni armoniche il pianista svedese è interessato alle canzoni ed alle melodie: ogni brano ne distilla più di una in pochi minuti, in parte scritte in parte improvvisate.
Ne sono un perfetto esempio il brano "Sos" che è impostato come una ballad quasi camerale nella quale si mette in evidenza il batterista, che ha trascinato il trio in una battaglia di contrappunto, ed anche "Humming Bird" pezzo melodico e trillante come l'uccello (colibri) a cui si rifà il titolo, e nel quale, man mano che il il tema viene esplorato, i musicisti si integrano perfettamente con un tempo in crescendo. Molto apprezzato anche "Africa" gioioso pezzo dal sapore latino-americano nel quale le percussioni dal ritmo africano di Jürgen Spiegel hanno elettrizzato il pubblico
. un concerto espressivo, pieno di drammatica eleganza e che ha offerto diverse stili, emozioni e profondità.
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