Thelonious Monk: Live at the 1964 Monterey Jazz Festival

Rimasta fino ad oggi inedita, fu un’esibizione elettrizzante: una circumnavigazione attraverso una identità musicale complessa quanto affascinante, qui sublimata attraverso due distinte formule. La prima è quella orchestrale, già mirabilmente praticata nel magnifico disco At Town Hall e qui rivisitata in due gustose occasioni.

Le restanti quattro tracce presentano il classico quartetto monkiano del periodo Columbia, con ritmica e sax tenore, con la new entry costituita dal contrabbassista Steve Swallow. Due facce, quindi, diverse di un genio ineguagliabile, che celebra per l’ennesima volta il rito di una pratica strumentale imprevedibile, aperta all’errore, all’esitazione, alla situazione inattesa, al gioco inafferrabile di un vero trickster quale era Sphere.

Sotto la direzione di Buddy Collette, più che a stupire e depistare, l’ottetto è rivolto a suggerire tutta la bellezza ed il fascino melodico delle composizioni del leader. Arguzia e musicalità: sono le chiavi di volta di questa estemporanea formazione, impegnata a far rivivere due immortali perle del leader.

Pur non essendo un capolavoro, è comunque un disco che illumina a pieno l’estro monkiano. Un gigante che raramente lasciava sclerotizzare le sue composizioni in una forma definita.

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