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Samuel Huguenin Symbolic Quartet: L'Exile des Nymphes
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Un piacevole e significativo numero di idee musicaliben argomentatesono presenti in L'Exile des Nymphes, album del giovane sassofonista svizzero Samuel Huguenin, che a capo di un pregevole quartetto esplora antiche danze musicali ("Estampie"); mescola essenze melodiche balcaniche con arabesche cadenze musicali ("Mescaline"); si esprime con inflessioni che lasciano immaginare gli strumenti ad ancia dell'Epiro ("Sikkim," ballad pacata quanto intensa); evoca marcatamente suggestioni monkiane, che non prescindono dall'affascinante plastica asimmetria ritmico-melodica di temi come "Evidence" (in un dialogico schema esecutivo introduttivo tra sassofono e pianoforte), e che progrediscono fino a farsi vivacemente contrappunto ritmico tra gli strumenti ("Puzzle"); realizza squisite imitazioni a canone di suoni pentafonici per rappresentare e sostenere, su un granitico ostinato, le effige immaginarie di una musicalità che fonde e confonde la delicatezza del cool jazz con la titanica visione sonora di John Coltrane ("Yeguere").
C'è dell'altro in questa produzione musicale. Fervore modernista mainstream ("Promothee"); la vaporosa atmosfera sonora di un tema che si dilata efficacemente fino a farsi meditativo e riflessivo ("L'Exile des Nymphes").
Nella suadente potenzadrammaticamente espressivadi "Tao" (brano che chiude il disco) si concentrano i dati della maturità creativa di Huguenin, che si realizza nel confezionare melodie ispirate, nel saperle abbellire e valorizzare con scansioni ritmiche inusuali e con inflessioni esotiche.
L'album può essere diviso idealmentre in due: da una parte i brani sensibili al fascino della musica etnica, dall'altra i pezzi caratterialmente affini ad una visione più "ortodossa" del jazz moderno.
Naturalmente vi è un processo poetico osmotico in ogni singola traccia dell'album che fa intravvedere umori etnojazz in brani mainstream e viceversa.
In questo quadro, i sassofoni di Hugueninautore di tutte le composizioni del discosi ritagliano un ruolo di prestigio. Grazie ad un suono deciso e controllato insieme, pacato e incisivo, a una buona commistione di visioni musicaliche scorrono con leggerezza su un'ottima sezione ritmicail giovane sassofonosta svizzero riesce a conferire alle esecuzioni uno spessore estetico decisamente personale.
Concorre ad enfatizzare il programma di Samuel Huguenin il pianoforte di Gabriel Zufferey, che crea un armonioso equilibrio, concedendo alle esecuzioni lucide improvvisazioni decisamente in bilico tra la visione etnofonica hugueniana e il modernismo classico del jazz.
L'Exile des Nymphes è un disco ben fatto, pienamente gradevole. Intelligentemente avvince l'ascoltatore per l'eleganza delle esecuzioni, per la capacità di condensare suggestioni musicali eteroprovenienti e per la chiarezza dei contenuti.
C'è dell'altro in questa produzione musicale. Fervore modernista mainstream ("Promothee"); la vaporosa atmosfera sonora di un tema che si dilata efficacemente fino a farsi meditativo e riflessivo ("L'Exile des Nymphes").
Nella suadente potenzadrammaticamente espressivadi "Tao" (brano che chiude il disco) si concentrano i dati della maturità creativa di Huguenin, che si realizza nel confezionare melodie ispirate, nel saperle abbellire e valorizzare con scansioni ritmiche inusuali e con inflessioni esotiche.
L'album può essere diviso idealmentre in due: da una parte i brani sensibili al fascino della musica etnica, dall'altra i pezzi caratterialmente affini ad una visione più "ortodossa" del jazz moderno.
Naturalmente vi è un processo poetico osmotico in ogni singola traccia dell'album che fa intravvedere umori etnojazz in brani mainstream e viceversa.
In questo quadro, i sassofoni di Hugueninautore di tutte le composizioni del discosi ritagliano un ruolo di prestigio. Grazie ad un suono deciso e controllato insieme, pacato e incisivo, a una buona commistione di visioni musicaliche scorrono con leggerezza su un'ottima sezione ritmicail giovane sassofonosta svizzero riesce a conferire alle esecuzioni uno spessore estetico decisamente personale.
Concorre ad enfatizzare il programma di Samuel Huguenin il pianoforte di Gabriel Zufferey, che crea un armonioso equilibrio, concedendo alle esecuzioni lucide improvvisazioni decisamente in bilico tra la visione etnofonica hugueniana e il modernismo classico del jazz.
L'Exile des Nymphes è un disco ben fatto, pienamente gradevole. Intelligentemente avvince l'ascoltatore per l'eleganza delle esecuzioni, per la capacità di condensare suggestioni musicali eteroprovenienti e per la chiarezza dei contenuti.
Track Listing
Estampie; Saba; Mescaline; Puzzle; Sikkim; Yéguéré; L'Exile des Nimphes; Prométhée; Mandragore; Tao.
Personnel
Samuel Huguenin: sassofoni contralto e soprano; Gabriel Zufferey: pianoforte; Fabien Iannone: contrabbasso; Gilles Dupuis: batteria.
Album information
Title: L'Exile des Nymphes | Year Released: 2015 | Record Label: Unit Records
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Samuel Huguenin Symbolic Quartet
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Samuel Houguenin
Luigi Sforza
Unit Records
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John Coltrane
Gabriel Zufferey
L'Exile des Nymphes