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Kronos Quartet & Alim Qasimov Ensemble - "Azerbaijan Night"
ByTra i meriti maggiori riconoscibili al Kronos Quartet nel corso della loro carriera pluridecennale, va sicuramente indicato l'essersi avvicinati con rigore e rispetto all'interpretazione di composizioni che coprono praticamente tutti i generi musicali, dall'avanguardia al pop, dal jazz all'elettronica, dal rock alla world music, fungendo da polo d'attrazione nella convergenza di tante musiche differenti e, fatto non secondario, anche del loro pubblico relativo.
In questa ottica vanno inquadrate anche le recenti collaborazioni con musicisti e compositori da tutte le parti del mondo che rappresentano la tradizione musicale e la cultura della propria terra. Tra queste, non poteva mancare il mugam, il sistema musicale monodico e modale dell'Azerbaijan, basato sull'improvvisazione sopra un certo numero di melodie di base tarmandate oralmente, analogamente ai raga indiani.
L'interesse del Kronos Quartet verso questo tipo di musica risale alla fine degli anni '80, quando David Harrington rimase folgorato all'ascolto di uno dei suoi interpreti più popolari, quell'Alim Qasimov con il quale vent'anni dopo riesce a realizzare il progetto di una collaborazione comune, che arriva ora in Italia con questa serata di musica azera.
Prima di Qasimov, però, c'è stata un'altra collaborazione del Kronos Quartet con una importante musicista e compositrice azera, Franghiz Ali-Zadeh, sfociata nella realizzazione di un intero CD a lei dedicato, Mugam Sayagi, nel quale sono incluse le due composizioni che aprono la serata, 'Mugam Sayagi' e 'Oasis.' La forma del mugam trova qui un'espressione puramente strumentale, più vicina alla sensibilità occidentale grazie anche all'impiego della strumentazione del classico quartetto d'archi, in netto contrasto con la successiva interpretazione di un mugam vocale da parte del canto di Alim Qasimov e della figlia Fargana, accompagnati da altri quattro musicisti con strumenti tradizionali.
Nella seconda parte del concerto, dopo la proiezione di un breve filmato ripreso durante le prove tra Kronos Quartet e Alim Qasimov Ensemble, i due gruppi si trovano sul palco insieme, fondendo gli strumenti negli arrangiamenti curati da Qasimov. Il quartetto d'archi rimane quasi sempre sullo sfondo come accompagnamento, lasciando alle voci dei due Qasimov il primo piano, ed emergendo solo durante i brevi intermezzi strumentali.
I cinque brani eseguiti non si differenziano tra loro in modo sostanziale (almeno alle orecchie non educate di un pubblico occidentale), sostenuti essenzialmente dall'energia trascinante delle due voci, che tendono a soffocare con la loro esuberanza l'accompagnamento strumentale, lasciando al Kronos un ruolo decisamente subordinato rispetto ad altre collaborazioni del passato. Meglio quindi la parte iniziale dedicata a Franghiz Ali-Zadeh per chi preferisce il suono del quartetto, ma ad ogni modo un altro passo importante verso l'annullamento di tutte le barriere accademiche interculturali.
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