Home » Articoli » Album Review » Hamid Drake: Hamid Drake & Bindu
Hamid Drake: Hamid Drake & Bindu
Bindu è concetto indiano non semplice da tradurre, termine polivalente che ha a che fare con la dialettica suono-silenzio e, nella cultura yoga, con la potenza creativa del “nulla” dove tutte le energie creative si focalizzano.
Un’idea che sintetizza la concentrazione e l’essenza, donata da Hamid in esplicite dediche a Fred Anderson e a Ed Blackwell, forse il percussionista più citato da Drake nelle sue performances.
Ma prima di essere sedotti dalla bellezza di quei brani, l’esordio per soli tamburo e flauto di “Remembering Rituals” ci informa di una seduta di incisione fuori da ogni clichè.
Quasi un quarto d’ora di musica suprema, con l’ospite Nicole Mitchell a spremere meraviglie dai flauti con un linguaggio ondeggiante tra intervalli microtonali e rotonde frasi jazzistiche, con omaggi impliciti a Dolphy e Newton, e al duo Cherry-Blackwell di Mu.
Un corto circuito Africa-Chicago di notevole rigore strutturale ma nello stesso tempo un canto lirico disarmante.
Poi arrivano i sax: i newyorkesi Carter e Mateen, i chicagoani Dawkins e Ward, quartetto di fulgida energia che parla con originalità la lingua già ostentata dal WSQ e altri organici affini.
Drake conduce le sue danze allora commentando le evoluzioni, i riff, le melodie ora salmodianti ora sfrenate dei quattro che intrecciano sassofoni e clarinetti in bell’equilibro. Nessuna traccia di strumenti armonici e nemmeno del contrabbasso. Il soffio e il battito sono sufficienti alla potenza di Bindu.
Il pregnante pezzo dedicato a Fred Anderson ricorda certa solennità dell’Art Ensemble.
“A Prayer..” offre clarinetti sommessi, melodie processionali, come sonorizzazioni di riti comunitari.
La distensione lirica è anche la cifra degli incanti di “Meeting and Parting”, con Carter e Mateen sugli altari.
Le due tracce per Ed Blackwell riportano al jazz intenso, bruciante, mentre Drake si esibisce in due ieratici assoli percussivi nella breve “Born upon a Lotus” e nel più disteso brano conclusivo.
Un disco da consigliare senza riserve, una prova avvincente per Hamid Drake & Bindu.
Track Listing
01. Remembering Rituals (Drake-Mitchell) - 13:46; 02. Bindu #2 for Baba Fred Anderson (Drake) - 10:53; 03. A Prayer for the Bardo, for Baba Mechack Silas (Drake-Carter-Dawkins-Mateen-Ward) - 8:37; 04. Meeting and Parting (Drake-Carter-Dawkins-Mateen-Ward) - 11:09; 05. Born upon a Lotus (Drake) - 3:04; 06. Bindu #1 for Ed Blackwell (Drake)- 6:27; 07. Bindu #1 for Ed Blackwell, from Bindu to Ojas (Drake) - 6:08; 08. Do Khyentse’s Journey, 139 Years and more (Drake) - 13:27
Personnel
Hamid Drake
drumsHamid Drake (batteria, percussioni, voce); Daniel Carter (sax tenore e alto, clarinetto); Ernest Dawkins (sax tenore e alto, percussioni), Sabir Mateen (sax tenore e alto, clarinetto, clarinetto basso, voce); Greg Ward (sax alto, clarinetto); Nicole Mitchell (flauto).
Album information
Title: Hamid Drake & Bindu | Year Released: 2006 | Record Label: Rogue Art
Tags
PREVIOUS / NEXT
Support All About Jazz
All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who make it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.






