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Gerlando Gatto - Il Jazz Italiano In Epoca Covid
By
Gerlando Gatto
217 pagine
ISBN: 9781716705380
Autoprodotto
2020
Terzo libro di interviste a musicisti di Gerlando Gatto, dopo i precedenti Gente di jazz e L'altra metà del jazz. Ma questo nuovo lavoro ha un tema ben particolare, che gli impone una specifica urgenza e una forte attualità: la pandemia da Covid, che ha colpito duramente tutti coloro che vivono delle proprie attività artistiche, tra i quali i musicisti jazz. In questa sua più recente fatica, realizzata nel periodo del lockdown di primavera, l'autore intervista ben quarantuno protagonisti italiani di questa musica, ponendo a tutti (pur con qualche ampliamento o variazione) le stesse domande, in modo da fare emergere dalla variegata realtà un quadro complessivo.
Le domande toccano il modo in cui gli artisti stiano passando il confinamentosia emotivamente ("Come sta vivendo queste giornate?"), sia concretamente ("Vive da solo o con qualcuno? E quanto ciò risulta importante?") , quanto ciò stia stravolgendo la loro attività ( "Come ha influito tutto ciò sul suo lavoro?," "Come riesce a sbarcare il lunario?"), su cosa facciano affidamento per affrontare la situazione ("Crede che la musica possa dare la forza per superare questo terribile momento?," "Se non la musica a cosa ci si può affidare?"), quale sia il loro sguardo sul futuro ("Pensa che questo momento di forzato isolamento ci indurrà a considerare i rapporti umani e professionali sotto una luce diversa?"), fino alle loro opinioni in merito ai modi di affrontare l'emergenza da parte della società ("Quanto c'è di retorica in questi continui richiami all'unita?") e delle istituzioni ("È soddisfatto di come si stanno muovendo i vostri organismi di rappresentanza nazionale?," "Se avesse la possibilità di essere ricevuto dal Governo, cosa chiederebbe?"). L'ultima domanda, invece, richiedeva a ciascun artista delle indicazioni a uso dei lettori, anch'essi presi dal problema ("Ha qualche particolare suggerimento di ascolto per chi ci legge in questo momento?").
Le risposte date dai musicisti sono abbastanza variegate e in parte dipendono dalle loro età, condizioni economiche e contesto familiare; farne una sintesi riassuntiva sarebbe pertanto decisamente ingiusto, oltre che probabilmente impossibile se non falsandone in modo tendenzioso almeno una parte. Ed è un pregio del lavoro non aver voluto trarre conclusioni dalle interviste, ma essersi limitato a mostrarle, una dietro l'altra, come una serie di istantanee documentali di una situazione drammatica e complessa. Al massimo è possibile affermare che si respira in generale un'aria di preoccupazione, ma sono rari i momenti di autentica disperazione o paura; che, fatalmente, mostrano meno preoccupazioni coloro che o sono maggiormente affermati a livello di mercato, o non basano il loro reddito principalmente sull'attività concertistica; che, altrettanto fatalmente, la maggiore criticità (e invero anche la migliore lucidità analitica) nei confronti delle istituzioni viene da coloro che invece debbono la loro sussistenza prevalentemente ai concerti (talune dichiarazioni eccessivamente ottimistiche di musicisti appartenenti all'altro gruppo appaiono talvolta persino un po' surreali); che più o meno tutti, comunque, trovano nella musicala passione della loro vitala forza per affrontare con la maggior serenità possibile le lunghe giornate di isolamento.
Un lavoro particolare, questo di Gerlando Gatto, nel quale si parla poco o niente di musica, più uno studio sociologico che un libro sul jazz; e tuttavia un lavoro non solo molto interessante, ma anche a suo modo necessario, per comprendere come davvero abbia vissuto la fase più acuta della pandemia (si spera, visto che oggi siamo di fronte a una forte recrudescenza) una delle categorie più colpite dalle sue conseguenze non sanitarie, ma esistenziali ed economiche, qual è quella dei musicisti jazz.
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